La politica si è comunque scagliata contro la decisione della Regione. In provincia di Latina c’è incredulità per la decisione dal momento che sarebbero state inviate in via Pisana comunicazioni di adempimenti svolti per individuare i siti. Contro Zingaretti e il commissario per l’emergenza rifiuti in provincia di Latina anche il Movimento Cinque Stelle tramite la consigliera regionale Gaia Pernarella e la Lega tramite Angelo Tripodi.
“La decisione della Giunta regionale di commissariare la Provincia di Latina in tema di rifiuti per i prossimi quattro mesi è una vera presa in giro per i cittadini di questa provincia e di certo non risolverà alcunché in tema di individuazione dei siti di stoccaggio del secco residuo: è solo un favore alla Giunta Gualtieri che paradossalmente non viene commissariata bensì premiata con la promessa di un sereno Natale”. Lo dichiara Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Rifiuti. E aggiunge: Senza dimenticare che sulla provincia di Latina, un Commissario c’è già: è la Dottoressa Laura D’Aprile ed è stata individuata dal Ministero ormai da diversi mesi, evidentemente l’Assessore Valeriani che oggi in giunta propone fuori ordine del giorno un commissariamento analogo, ritiene di poter far meglio del Ministro. Si continua con i rifiuti a tentare goffe peripezie invece di agire concretamente come potrebbe fare la legge da me presentata insieme all’Assessora Corrado e che propone l’Istituzione delle Autorità di Gestione Integrata dei rifiuti per ambito territoriale, e che giace immobile in Commissione Rifiuti”.
«Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, diffida sia il Comune di Roma sia la Provincia di Latina con una delibera del 28 maggio scorso, approvata anche dagli Assessori del M5S, ad individuare una discarica e la rete di impianti entro 60 giorni – commenta Tripodi -. Altrimenti? I poteri sostitutivi, cioè avrebbe deciso la Regione Lazio. Incomprensibilmente Zingaretti ha salvato Roma, dove manca una discarica dal 1 ottobre 2013 ed è stata chiusa proprio da lui senza un’alternativa. Poi quella di Colleferro insieme ai termovalorizzatori, dove ha buttato 12.600.000,00 euro per gli ammondernamenti. Roma è salva, l’emergenza continua a spese dei cittadini e dell’immagine della Capitale e del Lazio».