Patrocinato dal Ministero dell’Istruzione, il filmato è stato scelto come buona pratica dalla Presidenza della Repubblica, dallo stesso MIUR e dal FoNaGS, il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola. In poco meno di 13 minuti, l’opera unisce serietà e leggerezza per trasmettere un messaggio positivo a chi si sente vittima di prevaricazioni.
La trama prende spunto da tre vicende realmente accadute. Da Andrea Spezzacatena, il “ragazzo dai pantaloni rosa” che si è tolto la vita nel 2012, a Carolina Picchio, quattordicenne morta anche lei suicida l’anno dopo perché non reggeva più alle beffe per un filmato che girava in rete, fino a Gabriele Corazza, il quattordicenne protagonista dello stesso corto.
Oltre alla proiezione, verrà presentata la canzone “Passerà”, scritta e interpretata da Shady Osman (16 anni) e Camilla Rinaldi (14 anni), sulle musiche di Andrea Valerio, in arte Spillo. Il brano è stato composto su ispirazione del corto.
Parte cruciale dell’evento sarà occupata dal dialogo tra generazione cyber e pre-cyber, animato dalla Professoressa Maria Rita Mancaniello, Docente di Pedagogia dell’Adolescenza Università di Firenze. In particolare, gli alunni presenti verranno invitati a rispondere a un questionario per condividere con genitori e scuola il proprio punto di vista sul tema. Scopo dell’incontro infatti è quello di mettere in risalto la voce dei ragazzi e la loro opinione.
Le norme che puniscono i reati connessi al bullismo, saranno infine illustrate da due avvocati: Mario Pellegrino, penalista cassazionista, e Monica Roccato, esperta di diritto di famiglia e minorile.
«Dopo la presentazione in Senato a ottobre scorso – dichiara Fabrizio Azzolini, presidente di Genitori Insieme Onlus – il corto “Vorrei essere Belen” torna fra i ragazzi di Latina. L’obiettivo di questi incontri è mettere di fronte la realtà dell’umiliazione che provoca la discriminazione e la messa in un angolo. I ragazzi devono capire che nella parte delle vittime è facile finirci in qualsiasi momento, soprattutto nell’era dei social. Per questo è importante far capire loro cosa rischiano legalmente e a chi rivolgersi se subiscono attacchi. Denunciare e chiedere aiuto non è semplice ma è importante ribadire che qualcuno che li ascolta c’è».