Ylenia Canelli, vittima di un incidente col motorino a Roma, il 24 settembre 2003, venne trasportata al Polinclinico Casilino e da lì trasferita allo “Spolverini” di Ariccia. Le condizioni della 16enne ben presto si aggravarono e, ricoverata infine al Bambin Gesù, il 13 ottobre spirò per una cancrena gassosa. Una vicenda oggetto anche di un’interrogazione parlamentare e che portò il dottor Amorese, primario dell’ospedale di Ariccia, a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo. Quel 24 gennaio di otto anni fa, nel corso del processo a Velletri, in cui Canelli si era costituito parte civile, il medico venne aggredito e gli venne fratturato il setto nasale. Il “camice bianco” puntò il dito contro il 66enne, sostenendo che lo aveva preso a calci e pugni e il romano venne bloccato da un carabiniere, che entrato in aula lo trovò a inveire contro Amorese. Canelli venne condannato dal Giudice di pace di Velletri, con l’accusa di lesioni nei confronti del “camice bianco” e la sentenza venne confermata nel 2010 dal Tribunale. Il 66enne ha fatto ricorso e la Cassazione ha ora annullato la sentenza di condanna per intervenuta prescrizione, ritenendo però, a differenza di quanto sostenuto dal ricorrente, che non vi siano dubbi sul fatto che l’imputato sia stato autore dell’aggressione. Un particolare che ha portato gli ermellini a rigettare il ricorso ai soli fini civili.
Ariccia, niente condanna a un 66enne
Sferrò un pugno al medico accusato della morte della figlia: tutto prescritto
Tutto prescritto. Condanna annullata per un 66enne romano, accusato di aver picchiato un medico all’interno del Tribunale di Velletri, il 24 gennaio 2007, giorno in cui il dott. Vito Amorese, di Roma, doveva essere processato, con l’accusa di omicidio colposo, per la morte della 16enne Ylenia Canelli, deceduta quattro anni prima dopo essere stata operata presso l’ospedale di Ariccia. Per gli inquirenti Bruno Canelli, padre della giovane, in aula avrebbe picchiato il “camice bianco”, finendo a sua volta sotto accusa, ma il trascorrere del tempo ha ora portato a cancellare appunto la condanna per il 66enne.
05/11/2015
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