In queste ore il giudice Linda Vaccarella sta vagliando il fascicolo dedicato al club pontino dopo il rigetto del piano Mancini, che mirava al fallimento pilotato. Due le opzioni al vaglio: il fallimento immediato e la cessazione di ogni attività sportiva o l’esercizio provvisorio e conseguente asta a giugno. C’era anche il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi, oggi all’allenamento del Latina. L’ex centrocampista della Roma ha parlato della difficile situazione del club pontino che tra oggi e giovedì vedrà deciso circa la sua stessa esistenza in vita. Da subito. “Siamo venuti a vedere i ragazzi perché questi sono giorni fondamentali, è una situazione che speravamo di non ripercorrere dopo la vicenda Parma ed è un segnale che le norme e i controlli federali non sono all’altezza della situazione e che bisogna lavorare molto. Il tema è soprattutto che il valore della società, che a oggi è determinato principalmente dal titolo sportivo e dagli atleti, va disperso nel momento in cui non c’è l’accettazione dell’esercizio provvisorio. È difficile pensare a dei creditori che possano ottenere qualcosa in più di quello che si può ottenere dal Latina Calcio, se questo patrimonio viene perso. I calciatori possono fare molto poco in questo momento e sperare nella prosecuzione dell’attività e che si trovi il modo di fare un passaggio di proprietà per garantire la prosecuzione della stagione per evitare la dispersione di un patrimonio e del titolo sportivo. Serve un ragionamento più ampio rispetto alla semplice gestione aziendale che dia il vero senso e valore di una squadra in B per una città come Latina, sperando che la prosecuzione della stagione ci sia e sperando che qualcuno rilevi il titolo. Non ho parlato di cosa può accadere a livello di campionato visto che l’eventuale esclusione del Latina determinerebbe, a cascata, l’incidenza sulla competizione e sicuramente per il nostro sistema non sarebbe una buona cosa. L’esercizio provvisorio deve vedere le risorse a disposizione e quanto tempo può andare avanti, quante aste si possono fare. È tutta una procedura da rivedere, è stato fatto a Parma pochi anni fa e ci siamo ricascati. Questo vuol dire che le norme attuali non sono in grado di evitare queste situazioni”.
07/03/2017