È intervenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che nel sottolineare la necessità di “imparare a difendersi” ha chiarito che “le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte, a stare vicino a chi subisce questi soprusi. C’è un dato allarmante: ogni giorno, in Italia, più di una donna viene uccisa. Ecco perché è fondamentale l’esempio personale per cambiare davvero le cose”. Una forte testimonianza è stata quella di Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino sfregiata nel 2013 con l’acido e diventata il simbolo di tutte le donne vittime di questo tipo di violenza. “Giornate come questa aiutano, perchè offrono stimoli e informazioni preziose” ha commentato la Annibali, che oggi collabora con il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. “Responsabilità e scelta – ha aggiunto – sono due parole chiave, che aiutano ad essere se stessi, perchè le leggi sono utili ma poi è l’essere umano a fare la differenza. Dobbiamo trasformarci in contenitori pieni di gesti positivi”. Del bisogno di creare una rete comune sul territorio tra forze dell’ordine, amministrazioni locali e strutture sanitarie ha parlato il procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, Francesco Prete. “La collettività – ha detto il magistrato – deve sempre emarginare i protagonisti di questi atti violenti. Dal 15 giugno prossimo sarà pertanto operativo un protocollo sul territorio di competenza della Asl Roma 6 che permetterà di dare una risposta concreta”. Tra i relatori la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, la quale ha ribadito che “diversità non significa sottomissione dell’altro” e che “le leggi servono a poco se non c’è il coraggio della denuncia”. Il giudice e drammaturgo Gennaro Francione ha ricordato la propria esperienza di magistrato, auspicando nuove iniziative insieme agli studenti; mentre Fabrizio Cicchini si è soffermato sulle storie dei giovani che arrivano nella Casa Famiglia “Chiara e Francesco” da lui gestita a Torvajanica, vicino Roma e lo ha fatto attraverso dei contributi audio e video molto forti. In collegamento via skype con la Questura di Brindisi è poi intervenuto il questore Maurizio Masciopinto ed è stato presentato il video della campagna di comunicazione realizzato dalla Questura e che ha rivelato un dato agghiacciante: nel 2016 sono state 120 le donne uccise e 1400 quelle che hanno subito violenza. È stato quindi proiettato il cortometraggio intitolato “Acquapura”, vincitore della prima edizione del Premio “Palmina Martinelli”, istituito per ricordare la giovane brindisina che nel 1982, all’età di 14 anni, fu uccisa dal proprio fidanzato perché rifiutò di prostituirsi. A realizzarlo è stato il Liceo Classico di Brindisi “Benedetto Marzolla”. Nel corso del convegno, presentato dalla conduttrice televisiva e radiofonica Rossella Brescia, ci sono stati spazi riservati a performance musicali, teatrali e cinematografiche. Si sono esibiti il rapper Piergiorgio Grosso (alias Grossover) e il Gruppo teatrale diretto dalla professoressa Nicoletta Martuccio “Artisti per caso e per diletto”, tutti studenti dell’istituto “Via Copernico”. Il Laboratorio integrato nella lingua dei segni ha proposto la cover di Ermal Meta “Vietato Morire”, mentre l’Associazione “Il sorriso di Arianna”, presieduta da Manuela Emili e dedicata a una giovane vittima del terremoto del centro Italia dello scorso agosto, ha presentato un fumetto intitolato “Alive”. I lavori sono stati chiusi dalla presidente dell’Associazione “Grande Pomezia”, Costanza Cicero. Un intervento molto apprezzato il suo, durante il quale ha ringraziato le autorità, gli ospiti e i genitori degli studenti presenti in sala. Toccante il passaggio in ricordo del generale Luigi Ramponi, tra i primi sostenitori dell’Associazione “Grande Pomezia”, venuto a mancare alcune settimane fa. La Cicero ha infine sottolineato l’importanza dell’adesione alla manifestazione da parte degli imprenditori locali, rimandando alle future iniziative in programma su temi sempre di grande attualità.