La giornalista, volto noto della televisione italiana grazie al programma “Belve” trasmesso su Rai 2, sarà ospite nel comune di Frascati domenica 26 maggio alle ore 18 presso le Scuderie Aldobrandini. Il motivo del suo incontro con il pubblico sarà, per l’appunto, la presentazione del suo ultimo libro titolato: “Mala: Roma criminale”, pubblicato dalla casa editrice SEM.
Francesca Fagnani a Frascati per il suo nuovo libro
L’evento, organizzato dalla libreria Mondadori Bookstore Frascati in collaborazione con lo stesso Comune frascatano, vedrà la partecipazione anche del noto giornalista Daniele Autieri, il quale dialogherà con l’autrice durante la presentazione del libro.
Narcos alla conquista di Roma, Castelli Romani e… Ardea
“Mala: Roma criminale” non è soltanto un’opera letteraria, ma una vera e propria inchiesta condotta con il rigore tipico di una cronista esperta come Francesca Fagnani.
Attraverso un’attenta analisi delle fonti giudiziarie, l’autrice collega i fatti, ricostruendo antiche alleanze e recenti rivalità che definiscono la geografia criminale della Capitale.
Non è un segreto che la malavita che sta tentando la conquista della Capitale allunghi, da tempo, forse sarebbe più giusto dire da decenni, i suoi lunghi tentacoli anche sull’area dei Castelli Romani. Lo stesso Frascati, che confina con rinomate borgate, ma anche il comune di Ciampino, non sono estranei alla presenza ‘aliena’ di questa criminalità più o meno criminalizzata. Droga, ma non solo. Usura, prostituzione e chi più ne ha, purtroppo, ne metta.
Il libro di Francesca Fagnani porta alla ribalta, poi, la presenza dei clan anche ad Ardea, ridente cittadina situata sul litorale laziale di Roma sud. Proprio al confine con il comune di Albano Laziale e con le due frazioni di Cecchina e Pavona.
Il libro della giornalista si presenta come un resoconto documentato, implacabile e avvincente, che ricorda una serie televisiva incentrata sulle vicende dei narcos sudamericani. Attraverso la sua penna, Fagnani getta luce su chi siano i nuovi padroni di Roma, una città che, si diceva, non avrebbe mai accettato di avere dei padroni.
A Frascati sbarca: “Mala. Roma Criminale”
Le pagine di “Mala” raccontano storie di voci che urlano prima di spegnersi nel buio, di armi che sparano in pieno giorno. Della droga che invade le strade. Dei soldi che si prestano a strozzo e dei debiti che vengono saldati sempre. A qualunque costo e spesso nel peggiore dei modi.
L’incontro con Francesca Fagnani rappresenta dunque un’occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati a conoscere gli oscuri meandri della criminalità romana e a scoprire le sfide che la città affronta nel suo perenne scontro con il mondo del crimine.
Estratto del nuovo libro di Francesca Fagnani
“Ostia è una città nella città, in cui da sempre gli interessi criminali sono fortissimi, soprattutto per la vicinanza al porto di Fiumicino e a quello di Civitavecchia dove arrivano in continuazione carichi di droga dal Sudamerica e dalla Spagna.
Ma anche per il turismo marittimo, per la presenza delle relative attività commerciali, di stabilimenti balneari e concessioni demaniali. E infine perché Ostia, dagli anni ottanta, è uno degli snodi strategici dello spaccio di stupefacenti della Capitale. L’epicentro è piazza Gasparri, circondata da estesi complessi di case popolari, che sono un’altra fonte illegale di guadagno.
I tanti interessi in gioco e la presenza sul territorio di numerose organizzazioni di diversa matrice. Dagli epigoni della banda della Magliana alla mafia siciliana. Dai Fasciani ai cugini dei Casamonica, gli Spada. Dalle batterie dei napoletani a quelle degli albanesi e dei cileni.
Le ‘vecchie glorie’, ancora in pista
Fino a vecchie glorie locali ancora saldamente in pista. Hanno sempre determinato un equilibrio molto fragile, scosso da spinte conflittuali, perenni e carsiche. Che in alcuni casi esplodevano in fatti di sangue eclatanti, in altri alimentavano guerre sotterranee a bassa intensità.
In più occasioni, nell’interesse comune e per il bene superiore dei traffici illeciti, si era reso necessario un intervento esterno. Da parte di chi aveva il ruolo e il peso per farlo.
E a chi poteva competere questo ruolo se non a Michele Senese e Francesco D’Agati, per tutti zio Ciccio. Gli unici che godevano del riconoscimento necessario per presentarsi in veste di mediatori e di garanti di un accordo mafioso?
Zio Ciccio, classe 1936, è il riferimento più importante di Cosa Nostra sul territorio romano. Fratello del capomandamento di Villabate e un tempo braccio destro di Pippo Calò, si era trasferito nella Capitale. Sul litorale, esercitando da lì il suo controllo. Per poi estendere la sua influenza su tutta la città.
Roma non vuole padroni
«Roma non vuole padroni» si è sempre detto. Anche se la strada e le indagini raccontano tutt’altro, perché a prendere le decisioni più importanti, invece, sono sempre gli stessi.
Sono loro a stabilire i carichi di droga e il prezzo per le piazze. A sancire le alleanze e a dirimere le controversie, a concedere protezioni o a revocarle. E quando questo accade può capitare che qualcuno fatalmente muoia.
Chi scrive ha incontrato al tavolino di un bar di Ardea uno dei due massimi plenipotenziari degli equilibri criminali romani e del litorale, l’altro ovviamente è Michele Senese.
Non è stato difficile trovarlo, perché anche i pali della luce in quel comune conoscono Francesco D’Agati, zio Ciccio, che infatti era lì, seduto accanto al suo elegante bastone da passeggio, in un bar dove veniva trattato con ossequio e rispetto”.
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