Questi ‘piloni’ sono divenuti, nel corso dei decenni, ma anche di recente, un simbolo evidente e palese dell’abbassamento drastico, al momento irreversibile, del livello delle acque stesse.
La struttura di cemento armata, un vero e proprio attracco, è situata proprio davanti al porticciolo, a due passi da via Antonio Gramsci, la strada in discesa che conduce dalla sovrastante via Buozzi verso il lago, all’incrocio con via dei Pescatori.
Il lago Albano di Castel Gandolfo dà l’addio ai ‘piloni’ delle olimpiadi del ’60
Tale rimozione avrà luogo in concomitanza, questo va sottolineato, con una generale risistemazione delle spiagge pubbliche. Il cantiere partirà a breve, si presume entro il mese di maggio.
“Rimozione – questoi ha deliberato la Giunta De Angelis in una recente seduta – della struttura in cemento armato (piloni del vecchio porto) sulla spiaggia pubblica davanti al porticciolo.
Struttura composta da n. tre (3) pilastri collegati da sovrastante piattaforma in cemento armato e rispettiva eventuale fondazione. Trasporto in discarica, con formulario rifiuti (FIR) dei materiali di risulta”.
Simbolo del calo delle acque
Sotto questi piloni, di recente, si era svolta una importante manifestazione pubblica che puntava a richiamare l’attenzione delle istituzione e dei media su un fenomeno sempre più marcato di abbassamento delle acque del lago, che continuano a ritirarsi sempre più.
Sotto questi piloni, l’anno scorso, si era recata anche una troupe televisiva della Rai. Poco dopo che il comune di Albano aveva reso pubblica una ordinanza molto restrittiva in materia di consumo di acqua ad uso potabile, visto che la risorsa idrica è sempre più rara.
Cambiamenti climatici e…. prelievi diretti
Complici i cambiamenti climatici. Una eccessiva edificazione dell’area dei Castelli Romani. E complici, infine, anche i molti prelievi diretti effettuati nel bacino stesso da Acea e dal Vaticano, oltreché da altri privati.
Questi simbolo, quindi, scomparirà per sempre.
Il comunicato del Coordinamento Natura e Territorio
“I tripodi del lago Albano – spiega il Coordinamento Natura e Territorio in un comunicato giunto in redazione, che riportiamo integralmente – erano diventati il simbolo della lotta dei laghi, gli attivisti avevano anche evidenziato su di loro i vari livelli raggiunti da 40 anni a oggi.
Un simbolo che è stato alla ribalta durante la grande passeggiata di protesta per i laghi. Quando ci siamo accorti della loro demolizione qualche settimana fa non ci è sembrato un caso, abbiamo pensato che si voleva eliminare la traccia di quello che sta succedendo ai laghi.
D’altronde non è per noi una novità la mancanza di collaborazione dei Comuni su questa situazione, ne i Comuni ne il Parco hanno mai aderito né alle nostre serie ricerche sull’argomento né al monitoraggio, su basi scientifiche, del livello e dello stato biologico dei laghi.
Ricordiamo infatti che solo grazie ai volontari della nostra associazione (ex WWF Castelli Romani e Comitato promotore del Parco) da più di 40 anni. Sono disponibili le misure del livello delle acque dei laghi, senza di noi non ci sarebbe neanche il problema, gli enti sono sempre stati “disattenti”. È grazie alle nostre denunce che ci sono stati studi e normative specifiche fin dal 1998.
Una lotta che continua ancora, anche contro le fakenews diffuse per confondere i cittadini. Ormai il calo ha superato i 6 metri con più di 45 milioni di mc d’acqua mancanti.
Con la grande passeggiata di protesta abbiamo iniziato una nuova stagione di lotta per i nostri laghi, con più di 40 associazioni aderenti. Non solo i Comuni cercano di nascondere il problema, ma continuano a concedere spazi alla speculazione del cemento e incrementare il consumo di acqua”.
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