Sarebbero stati i presunti e gravi abusi edilizi – il condizionale è d’obbligo – a spingere i Carabinieri del Comando di Castel Gandolfo a sequestrare un noto e rinomato stabilimento balneare attivo sul lungolago Albano di Castel Gandolfo. Il lotto interessato, dal punto di vista strettamente tecnico, è il numero 18. Si tratta di un lotto – e di uno stabilimento – molto noto tra i concessionari balneari ed i frequentatori dell’area verde castellana, oltreché dallo stesso municipio.
Abusi edilizi in spiaggia, al lago di Castel Gandolfo
L’iniziativa giudiziaria è, ovviamente, nelle mani della Procura della Repubblica di Velletri, i carabinieri sono ‘meri’ esecutori, con tutto il rispetto del caso. “No comment”. È tutto ciò che siamo riusciti ad ottenere da investigatori e inquirenti. Nessuna parola pubblica nemmeno dall’Amministrazione comunale. Vi sarebbe – lo ripetiamo, il condizionale è d’obbligo, una piattaforma non autorizzata che avrebbe generato il provvedimento giudiziario. C’è un gran parlare, tra gli operatori del settore, in merito a questo sequestro che è stato come un fulmine a ciel sereno.
È certamente utile ricordare che il lago Albano di Castel Gandolfo costituisce un’area verde su cui pendono varie tipologie di vincoli. Tutele che hanno lo scopo di preservarlo. Alcune tutele sono addirittura di carattere ministeriale, imposte dal Ministero dei Beni Culturali e Turismo. Questo significa che qualsiasi tipo di opera edilizia, prima di poter essere realizzata, deve essere preventivamente autorizzata da Comune, Parco dei Castelli Romani e infine anche dalla regione Lazio, nell’ambito di un tavolo tecnico inter-istituzionale.
Noto stabilimento sotto sequestro
Da quanto si vocifera nei palazzi del potere dei Castelli Romani, il sequestro sarebbe nato da un abuso, certo, ma anche da una serie di esposti penali. Al momento non è noto chi sia stato a presentarli. Uno o più concessionari balneari, l’Amministrazione, privati cittadini? Il mistero rimane. Quello che è sicuro è che l’area è e resta sotto sequestro. Il titolare rischia il rinvio a giudizio ed il processo, nel caso le accuse siano confermate.
La stagione balneare è partita, anche se con 2 settimane di ritardo
In ogni caso, la stagione balneare è partita. Nonostante almeno due settimane di ritardo. Da quanto filtra dai concessionari, nonostante vari problemi emersi nel corso degli ultimi controlli disposti dall’Amministrazione comunale, nessuno avrebbe subito la revoca della concessione.
Proprio alcune settimane fa il Comune aveva imposto a molti dei concessionari di smontare le strutture fisse e imposto anche altri controlli: fogne, etc. Ora, insomma, c’è da sperare solo che il caldo ed il bel tempo abbiano la meglio per ricominciare a godersi la meravigliosa area verde lacuale.
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