Era il 10 di aprile quando il Comune di Latina aveva emanato un’ordinanza nella quale si imponeva ai proprietari di provvedere alla rimozione dei cassonetti per la raccolta di abiti usati. Si tratti dei contenitori del tutto simili a quelli che generalmente si pensa siano della Caritas e che servono per gettare in sicurezza gli abiti che non servono più, destinandoli ai poveri. Ma dove vadano a finire i vestiti generosamente donati dai cittadini di Latina è un mistero su cui sono in corso delle indagini da parte della Polizia Locale. Quello che è scritto nero su bianco è che tutti i contenitori presenti in città da anni sono abusivi ed occupano il suolo pubblico illegalmente. Non sono mancati, in diverse città d’Italia, gli esempi di un vero e proprio traffico illegale di abiti usati: sono più di 100mila le tonnellate di capi di abbigliamento che vengono raccolte a fini umanitari dalla Caritas e da altri soggetti autorizzati nel nostro paese, ma secondo le stime del Conau (il consorzio Nazionale Abiti Usati ed Accessori, che monitora le attività illegale nel campo della raccolta abiti) ci sarebbero quasi 5mila cassonetti abusivi in tutta Italia capaci di sottrarre ai poveri un quarto delle risorse totali. E, spesso, gli abiti vengono rivenduti peraltro con lavaggi sommari e insufficienti prima di finire sulle bancarelle mettendo anche a rischio la salute degli acquirenti. Insomma, Latina potrebbe fare parte dell’inaspettato risvolto della vicenda e, per questo, la giunta Coletta si era mossa con l’ordinanza, che aveva generato uniniziale risultato positivo. Molti cassonetti erano “scomparsi” quasi subito dalle strade del centro. Ma sono riapparsi come per incanto nei borghi, nei quartieri e nelle periferie spesso cambiando colore (ora se ne possono trovare anche in blu e non solo in giallo o arancione). Insomma, l’ordinanza non ha avuto l’effetto di interrompere questo abuso della fiducia dei donatori di abiti, ma solo di spostare i cassonetti dalle vie del centro a zone più periferiche. Girando per la città se ne possono trovare ancora molti, ma nessuno di questi è legale e quindi affidando i loro abiti, gli ignari cittadini potrebbero star alimentando un non meglio precisato mercato illegale. Noi ne abbiamo trovati una ventina ed invitiamo i lettori a segnalare gli altri casi.
Segnala a Il Caffè gli altri cassonetti
Viale Pierluigi da Palestrina
Via Cimarosa
Largo Locatelli
Strada Valmontorio
Via Vetiche
Parcheggio scuola “Vito Fabiano”
Piazzale Don Orlando Biral
Via Fattori
Viale Nervi
Via Gionchetto
Via Gran Sasso
Largo Platone
Via Gloria
Via Parmenide
Via Carrara
Via del Murillo
Via Senofane
Via dell’Olmo
Piazzale dell’Amborsia
Via dell’Alloro
Via Casilina Sud
Via Scarlatti
Via Rieti
Viale Pierluigi da Palestrina
Via Cimarosa
Largo Locatelli
Strada Valmontorio
Via Vetiche
Parcheggio scuola “Vito Fabiano”
Piazzale Don Orlando Biral
Via Fattori
Viale Nervi
Via Gionchetto
Via Gran Sasso
Largo Platone
Via Gloria
Via Parmenide
Via Carrara
Via del Murillo
Via Senofane
Via dell’Olmo
Piazzale dell’Amborsia
Via dell’Alloro
Via Casilina Sud
Via Scarlatti
Via Rieti
14/06/2017