Ecco cosa era successo. L’Area di vigilanza e di contrasto all’abusivismo edilizio della Regione sostiene di aver “acclarato la condizione di illegittimità” segnalata sull’immobile di una consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, che avrebbe visto un repentino cambio di destinazione d’uso, da direzionale a residenziale. Insomma, sarebbe “diventato” improvvisamente una casa. Ma una volta segnalate al Comune queste stranezze, la Regione non avrebbe ottenuto risposte esaurienti (se non “lacunose e dilatorie valutazioni di merito”), né tantomeno i controlli richiesti. Da lì la nomina di un commissario regionale “sostitutivo”. Il Comune di Pomezia ha fatto ricorso, lanciando strali contro la Regione e contro il suo Presidente (“Se voleva fare il Sindaco a Pomezia poteva candidarsi”, disse il Sindaco Fabio Fucci) ma il Tar ha fatto presente che “allo stato, ancora non risulta emanato il decreto del Presidente della Regione Lazio (di cui è menzione nell’impugnata delibera) con il quale l’incarico commissariale «verrà conferito ad un funzionario regionale…». “In mancanza di tale decreto, non sussiste il prospettato danno grave ed irreparabile”, scrive ancora il Tar respingendo il ricorso e fissando l’udienza di merito per l’11 aprile prossimo.
Pomezia, Comune contro la Regione
Commissario per presunti abusi della consigliera M5S, ricorso respinto dal Tar
La Regione accusa il Comune di Pomezia di inerzia e di omessi controlli su un presunto abuso edilizio commesso da una consigliera comunale di maggioranza – segnalato da un collega di opposizione – e nomina un Commissario per sostituirsi al Comune nel verificare l’effettiva presenza dell’abuso, il Comune fa ricorso al Tar per annullare la nomina del Commissario ma il Tar risponde picche perché, di fatto, questa nomina ancora non è ancora avvenuta. Dell’opportunità o meno di annullare l’atto regionale si discuterà l’11 aprile, per ora – ha deciso il Tar il 23 marzo scorso – non c’è alcuna fretta.
24/03/2017
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