ARSENICO: DOVE SONO I DATI?
Ma lentezza e opacità persino riguardano anche arsenico e fluoruri, che ci sono costati una lunga e grottesca emergenza. Si è opachi persino in un periodo come questo, in cui le falde idriche si abbassano con il conseguente rischio che aumentino le concentrazioni di arsenico negli acquedotti, poiché occorre pescare più in profondità, dove si deposita appunto l’arsenico. Per l’eccesso di questo metallo pesante, con il cappello in mano (e l’altra mano a fare chissà cosa) i governi nazionale e regionale in combutta coi gestori idrici volponi e inefficienti, avevano elemosinato dall’Unione europea ben tre deroghe per 9 anni: lo strappo alla regola che vieta di spacciare acque con oltre 10 microgrammi di arsenico per litro (µg/l), limite fissato a novembre 1998 con la direttiva europea 98/83/CE. Ora, dopo quell’emergenza e quasi 20 anni dopo dalla direttiva, facciamo i vaghi. Non potendo più alzare il valore massimo consentito, si svicola sulle analisi?
SFORAMENTI AD APRILIA
Sul proprio sito internet Acqualatina per quasi tutti i Comuni riporta valori (medi?) riferiti ad un generico “Periodo di monitoraggio: II semestre 2016”. Con l’accortezza, però, di indicare almeno il punto di prelievo a differenza di Acea. Per Aprilia, Anzio, Nettuno, Cisterna, Latina, Sezze e Cori, epicentro dell’emergenza arsenico e delle deroghe in passato, i valori sono riferiti ad un “aggiornamento trimestrale 01 gen – 31 mar 2017”. Comunque ben prima dell’attuale periodo siccitoso che fa abbassare le falde e alzare il rischio arsenico. Le date sono importanti: le concentrazioni possono cambiare anche in breve lasso di tempo. La Asl pontina su internet riporta per moltissimi Comuni dati stravecchi anche di anni e qualcuno risalente per lo più allo scorso inverno, massimo ad inizio primavera. La Asl indica su Aprilia 4 analisi sopra il limite massimo ammissibile di 10 µg/l: a marzo in pieno centro 12 µg/l a piazza Croce, a piazza della Repubblica (“al monumento”) 11 µg/l, su viale Europa 11 µg/l e infine 12 in via Mediana a Campoverde. Chi ha avvisato la popolazione? Ad aprile la fontanella in piazza Repubblica è scesa a 9 e le altre tre a 10. Tra il 5 maggio e il 13 giugno scorsi accanto a questi ed altri quattro punti di prelievo, c’è scritto “n.p.” non pervenuto. Perché?
LATINA E DINTORNI AL LIMITE
Su Latina il dato meno vecchio diffuso sul sito internet della Asl riguarda la fontana in zona cimitero (meno di un microgrammo il 26 aprile scorso). Tra il 5 e 10 aprile risultano 4 valori al limite (10 µg/l a Capoportiere e nei Borghi Bainsizza, Sabotino e Santa Maria, e 8 microgrammi in via Aspromonte, dove a marzo spuntano 11 µg/l). E in pieno centro? L’ultimo valore reso noto sul sito Asl riguarda Piazza del Popolo: 7 µg/l in data 7 marzo 2017. Cisterna: i due dati meno vecchi risalgono al 4 aprile 2017, entrambi sotto i 10 microgrammi/litro. La Asl indica poi altre due fontane cisternesi con la data 23/05/2017, ma senza alcun risultato, solo un “n.p.”: non pervenuto. Perché? A Cori i valori dell’arsenico resi noti dalla Asl – nella norma – si fermano al 2 maggio scorso. Per giugno dati “non pervenuti”: perché? Su Sezze l’informazione più fresca risale al 7 ottobre scorso (4µg/l a Porta Pascibella). I più ‘aggiornati’ valori pubblicati dalla Asl per diversi Comuni risalgono al 2015. È il caso di Sermoneta, Priverno, Sabaudia, Norma o Pontinia. Ancora più ammuffiti per altre città: Terracina e San Felice sono ferme al gennaio 2012 e Fondi al mese successivo. Formia, Ventotene ed altri Comuni al 2010 e così via. Record per Ponza: tre sole analisi dal 2007 al 2009. Poi più nulla sul sito internet dell’Asl.
CASTELLI ROMANI: DATI VECCHI E QUALCHE SFORAMENTO
Anche per i Castelli Romani, epicentro dell’emergenza arsenico in provincia di Roma, il sito Acea fornisce qualche generico valore medio. Mentre la Asl Roma6 su internet offre dati vecchi e incompleti, con interi mesi saltati. I più ‘recenti’ risalgono a mesi fa, alcuni a febbraio, molti a marzo, qualcuno ad aprile. Attenzione: appare impossibile rintracciarli entrando direttamente nel sito, occorre invece – stranamente – fare la ricerca con le parole “fluoruri asl rmh”. Perché? Alcuni dati degni di nota. Ariccia ha i dati fermi a febbraio: tre valori, con il non rassicurante 9 µg/l di arsenico in Largo Savelli e piazza San Nicola (il limite è 10). I valori più ‘nuovi’ risalgono per Lanuvio al 22 febbraio (al limite massimo consentito l’acqua in piazza Mazzini: 10 µg/l; a 9 µg/l quella in via Borgo San Giovanni). Genzano a singhiozzo: dati solo al 17 febbraio e 10 aprile. Parliamo di due Comuni ove la situazione era così grave che hanno dovuto mettere i dearsenizzatori. Uno sforamento si registra a Castel Gandolfo in via Nettunense: 12 microgrammi/litro il 13 marzo. Il 14 aprile quel valore è sceso a 3. E ora? Non si sa. Molto imbarazzante Velletri, uno dei Comuni in assoluto più colpiti da siccità e arsenico: i dati ‘nuovi’? Tra le pieghe del sito Asl Rm6 siamo riusciti a rintracciare un unico, misero risultato di un solo prelievo in contrada Acqua Palomba (inferiore a 1 µg/l).
ROMA: ACEA DICE POCO, LA ASL ZERO
Il sito internet di Acea Ato2 Spa, offre un solo valore per quasi tutto il IX Municipio di Roma, dov’è distribuito il Caffè: 4,5 microgrammi al litro, dato riferito a dicembre scorso. Con qualche buco: ad esempio, se cerchi dati su via dei Caduti della Resistenza a Spinaceto o su Castel Romano, non dice nulla. Dunque un solo valore, e pure vecchio, per Torrino, Eur, Spinaceto, Laurentino 38, Laurentina, Cecchignola, Tre Fontane, rotta Perfetta, Tor Marancia, Trigoria, Castel di Leva, Vallerano. Ancora più grave è il fatto che è un “valore medio”: è come se diciamo a uno di non preoccuparsi perché la sua pressione sanguigna massima risulta mediamente a 130. Ma se quello ha avuto per dieci anni la massima a 100 e poi a 160 per altri dieci anni – affetto cioè da ipertensione – gli dici che è a posto in base al “valore medio”? Se cerchi Pomezia nella favolosa mappa della qualità dell’acqua su acea.it, ti mostra solo una freccetta blu senza alcun dato. E le Asl romane, organi di tutela della salute pubblica? Fantasmi. Sui loro siti istituzionali noi non siamo riusciti a trovare uno straccio di dato sulla qualità delle acque potabili nella Capitale. Inesistenti i Comuni: zero notizie sui loro siti web, sebbene ciascun Sindaco è per legge la massima autorità in materia sanitaria nel territorio municipale.
SFORAMENTI SUL LITORALE
Sul litorale romano sud, il sito web della Asl Rm6 riporta dati fermi al marzo scorso. Nettuno desta attenzione, rispettivamente con 14 microgrammi per litro di arsenico in via Matteotti e 10 a Tre Cancelli centro e 9 in piazza del Mercato e via “pisc Tre Cancelli” e via Scopone a febbraio. In quel mese altri sforamenti avevano indotto il Sindaco a ordinare il blocco dell’erogazione: 13 µg/l a piazzale Liberati, 12 in via della Liberazione, via Eolo e via Tre Cancelli. Nulla sul report dell’Asl. Si tratta di acqua che arriva dalle sorgenti di Carano e Giannottola (Aprilia). Le fontane nettunesi a marzo, ultimo mese reso noto, hanno riportato valori non bassissimi, ma comunque entro il limite legale di 10. Occhio ad Anzio: arsenico 4 volte a 9 µg/l, dieci 10 volte a 8 µg/l e 12 casi a 7. Su Ardea e Pomezia i dati Asl si fermano a marzo. I valori più alti: 7 µg/l in piazza Poerio ad Ardea e 8 in via Selva dei Pini a Pomezia. I grandi idro-manager dovrebbero impallidire di fronte alla Idrica Spa, piccola società che gestisce l’acqua ad Ardea: è l’unico gestore che offre dati meno vecchi, con analisi mensili dall’agosto 2016, aggiornati al 12 giugno 2017. Ulteriore conferma della distanza tra efficienza e trasparenza e certe privatizzazioni sottobanco con le multinazionali. Gli ultimi dati resi noti sul sito web di Idrica indicano tre punti di prelievo, via Campo di Carne, Nuova Florida e piazza Mazzini, con concentrazioni di arsenico rispettivamente di 6, 4 e 7 e µg/l.
Le risultano dati davvero puntuali, completi e seriamente aggiornati riguardo l’arsenico e i fluoruri nelle acque potabili (anch’essi oggetto di emergenza e deroghe per anni nella zona del Caffè)? Lo abbiamo chiesto al Garante del Servizio idrico integrato del Lazio, l’avvocatessa sarda Paola Perisi, insieme ad altre questioni su aspetti finanziari, qualità del servizio, tariffe gonfiate, appalti, crisi idrica, mancato invio di autobotti, depurazione. Attendiamo le risposte.