«Stiamo parlando di canoni non pagati all’Agenzia del Demanio in media per 8-10 anni – ha esordito Zuccalà – per cifre che, a testa, vanno da 400mila a 800mila euro». Già il Ministero delle Finanze, nel dicembre 2018, aveva posto la lente sulle concessioni del litorale di Torvaianica, rilevando un importo non riscosso di 3 milioni di euro per il periodo 2012-2017. Ed è stato proprio il Demanio, ha precisato il sindaco, a opporsi alla rateizzazione per i nove ex concessionari («Che ora sarebbero di fatto occupanti abusivi», ha affermato Zuccalà), ritenendo che la proposta fosse irricevibile, viste le cifre accumulate e visto che alcuni non hanno versato nulla fino ad oggi, mentre gli altri solo una minima parte del dovuto.
«Ci rendiamo conto che dietro queste attività ci sono delle famiglie, che in alcuni casi specifici possono essersi trovate in difficoltà – ha sospirato il sindaco – ma questa non è una buona ragione per non pagare per un decennio di fila». Secondo il primo cittadino quello della decadenza delle concessioni, per il Comune di Pomezia, è stato un atto dovuto, non una scelta: «In questi casi il Comune è delegato a compiere quello che il Demanio chiede. Quello che in effetti mi stupisce è che in tutti questi anni non sia stata affrontata la faccenda in maniera definitiva, anche se mi rendo conto che la materia è complessa e si può andare incontro a ostacoli di natura amministrativa».
Tra le nove concessioni dichiarate decadute a marzo 2020, due sono relative ai più famosi ecomostri di Torvaianica: l’ex Biagio di piazza Ungheria e l’ex Piccolo Porto. Ci sono poi un’attività di ristorazione e quattro stabilimenti balneari veri e propri; l’ultimo invece riguarda un’attività di altro genere su area demaniale. In due casi ci sono stati anche dei pronunciamenti del Tar del Lazio, il primo del 2019 e il secondo del 2020, che in primo grado hanno dato ragione al Comune di Pomezia.
«Siamo stati accusati di aver infierito su questi imprenditori proprio all’inizio della stagione balneare, proprio al termine del lockdown. La verità – ha detto il sindaco – è che questi sono atti che sono stati avviati nel 2018. I concessionari hanno avuto il tempo per presentare le proprie osservazioni, che nella maggior parte dei casi non sono proprio arrivate».
Ora le concessioni demaniali dovranno tornare tornare a bando. Saranno certamente ambite, data la posizione centrale sul litorale di Torvaianica. La maggior parte erano stabilimenti storici, molto conosciuti anche al di fuori di Pomezia. Ma quali sono i tempi per la riassegnazione?
«Innanzitutto – ha risposto il sindaco – voglio precisare che l’amministrazione era già al lavoro per la rimessa a bando delle concessioni decadute prima dell’inizio della stagione, ma l’emergenza coronavirus ha bloccato tutto. Contavamo di concludere l’iter in un paio di mesi». Ora probabilmente i tempi saranno più dilatati. «Abbiamo bisogno che le forze dell’ordine facciano il prima possibile una ricognizione dello stato dei luoghi. È necessario capire che cosa può restare in piedi e cosa è abusivo. Perché ci sono anche situazioni di abuso edilizio». ha specificato il primo cittadino.
Nel frattempo i concessionari “decaduti” sono responsabili di garantire che nessuno acceda alle strutture, che ora sono interdette, e persino alle spiagge di pertinenza. Questo almeno fino a che il Comune di Pomezia non ne entrerà ufficialmente in possesso. L’iter di riassegnazione potrebbe essere ulteriormente complicato dai ricorsi giudiziari. Se è vero che già due sentenze sfavorevoli sono state emesse dal Tar, è possibile anche che gli altri ex concessionari si rivolgano alla giustizia amministrativa nei tempi di legge (ovvero 60 giorni) per far valere le proprie ragioni.
«Non ci vantiamo di aver eseguito un atto dovuto – ha concluso il sindaco di Pomezia congedandosi dai giornalisti – Ma non possiamo sottostare a dichiarazioni che offendono il lavoro fatto svolto ad oggi, nel pieno rispetto della legge. Abbiamo fatto quello che doveva essere fatto da tempo».