Si tratta di un appalto particolarmente “goloso”, perché garantisce un aggio massimo per il privato del 35% sulle somme effettivamente incassate dal Comune. Dato che l’Ente stima un introito complessivo di 8.100.000 euro dalla lavorazione di tutte le pratiche, il compenso previsto per la ditta affidataria è di oltre 2,8 milioni di euro.
La Sogeea Advisory Spa, una delle due aspiranti aggiudicatarie del servizio, si è rivolta al Tar del Lazio ritenendo che nel bando di gara ci siano clausole che la escluderebbero. Così, pur avendo partecipato e nonostante il Comune non abbia ancora deciso chi si aggiudicherà l’appalto, ne chiedono l’annullamento. Non solo, la Spa chiede anche di annullare la propria (eventuale) esclusione e il diniego (sempre eventuale) alla richiesta di annullamento in autotutela del bando in questione.
Pur sembrando curiosa, la richiesta della Sogeea è prevista dall’ordinamento giudiziario quando in un gara d’appalto si riscontrino le cosiddette “clausole immediatamente escludenti”, ovvero “abnormi”, “irragionevoli”, “incomprensibili” o che rendano “impossibile” la partecipazione di tutti.
In questa fase il Tar, esprimendosi sul ricorso della Sogeea, lo ha rigettato. Il Comune di Ardea, infatti, si è difeso sottolineando che sono ancora in corso le verifiche sui requisiti generali della società, mentre il tribunale ha “ritenuto, pertanto, che difetta, allo stato, il requisito della gravità ed irreparabilità del pregiudizio dedotto dalla ricorrente”. Si discuterà nel merito della vicenda nell’udienza del 3 febbraio 2021. Chi si aspettava un veloce affidamento del servizio – in particolare coloro che aspettano ancora di avere una risposta sulla propria richiesta di condono – ha ben poco in cui sperare.