L’acqua potabile ai Castelli Romani è sempre più un lusso, disservizi ovunque
La situazione è sempre più drammatica e si fanno sempre più esasperate le voci dei cittadini castellani, alle prese da diversi mesi con reiterati disservizi idrici. I fronti caldi, da Velletri a Marino, passando per Lariano e Lanuvio, pullulano di segnalazioni e disagi da parte dei cittadini, che non trovano adeguate risposte ad una situazione che, guasti o meno, comincia a creare enormi difficoltà nel fronteggiare un’emergenza tanto prolungata. Alle turnazioni istituite da Acea sul territorio di Velletri, con orari e modalità però quasi sempre disattese, si affiancano le proteste di chi, negli altri Comuni, l’acqua la riceve solo per poco tempo durante la giornata e in orari poco utili, quando si è solitamente fuori casa, o persino di notte, così da renderne impossibile la tanto sospirata fruizione. “Durante il giorno abbiamo pochissima acqua mentre in alcune ore del pomeriggio e la sera siamo completamente a secco” spiega Samanta Landi di Lariano, dove anche la fonte dell’Ontanese piange acqua. “Il problema persiste dal mese di giugno – le fa eco la concittadina Valentina Bastianelli -. Io ho un autoclave ma mia nonna ha 83 anni e spesso è senza acqua”. Non se la cavano meglio a Lanuvio, dove nei giorni scorsi si è verificato un altro guasto all’impianto di San Lorenzo. A Rocca di Papa l’emergenza, dopo tanto di raccolta firme da parte dei cittadini soprattutto del Centro Storico e Campi d’Annibale, sembra essere rientrata. “I disagi idrici si sono protratti per quasi un mese, senza che Acea provvedesse a informare preventivamente in caso di interruzione del flusso idrico e, ancora peggio, senza fornire alcun chiarimento attraverso il suo call center – dichiara Stefano Meconi, proprio dal centro storico -. Alla fine siamo stati costretti a mettere un cassone. Per giorni interi, con una cadenza talmente regolare da farci sospettare in una “forzatura”, l’acqua veniva tolta per poi essere rimandata in piena notte, o comunque in orari meno utili, per poi togliersi di nuovo al mattino successivo. Una vera e propria bomba a orologeria, specie nei giorni più caldi”. Infuriata la signora Elvira Bonacci, alle prese con gli stessi problemi dalla periferia di Marino. “Abito a Monte Crescenzo, una zona di campagna, dove i problemi idrici persistono da anni e in questo periodo i disservizi si ripetono tantissime volte nell’arco di un mese. Per giorni ci lasciano senza acqua e segnalare la problematica al numero verde non ci è di nessun aiuto. Per giunta dalle nostre parti non si è mai vista un’autobotte. Io ho 65 anni e mio marito è disabile e non posso caricare le taniche di acqua dal centro per portarle a casa. E’ una vergogna”. Emblematiche le parole amare dell’assessore delegato ai rapporti con Acea di Velletri, Sergio Andreozzi: “Mi farebbe piacere che ogni singolo dipendente di Acea, dal presidente Paolo Saccani al manovratore di “chiavarda”, racconti a sua moglie ed i suoi figli che ci sono famiglie non lontano da loro che la loro azienda sta lasciando da un mese senza acqua per vivere”.
Arsenico: dati vecchi e scarsi. Chi informa?
Autorità pubbliche e gestori idrici dovrebbero controllare meticolosamente la qualità delle acque potabili e quindi informare la popolazione. Ma così non avviene ai Castelli, bench锈siano stati colpiti dal grave problema dell’arsenico e dei fluoruri negli acquedotti. Le ultime analisi pubblicate sul sito internet dell’Asl RmH, recentemente ribattezzata Rm6, risalgono al 30 marzo e riguardano Frascati, Rocca di Papa e Grottaferrata (dove risultano solo 4 campionamenti). Per gli altri Comuni castellani, compresi quelli colpiti più gravemente dalle alte altissime concentrazioni di arsenico non vi sono dati on line. Per Marino i dati più recenti pubblicati sono del 23 marzo, per Velletri e Lariano del 18 marzo, 17 marzo per Ariccia e il 15 per Genzano. Ad Albano (comprese Cecchina e Pavona “storicamente” ammorbate da arsenico e fluoruri) gli ultimi prelievi di cui dà conto l’Asl sono del 28 febbraio; Castel Gandolfo 23 febbraio. Ciampino 10 febbraio.
Ancora più vecchi i dati per Nemi (un solo campionamento) e Lanuvio, quest’ultimo tra i Comuni dove l’emergenza arsenico si è mostrata più grave ed irrisolta per anni e anni: 1° febbraio… Se non altro, tutte le analisi hanno rilevato concentrazioni di arsenico entro il limite di legge (10 µg/l, microgrammi per litro), sfiorato in 7 casi (a Velletri, Lanuvio, Genzano e Castel Gandolfo con 8 µg/l, Ariccia 3 campioni a 9 µg/l). Buio totale sul sito internet del gestore Acea Ato2. Nell’apposita sezione “Qualità dell’acqua” il link “Verifica la qualità dell’acqua nel tuo rubinetto” non offre alcun dato su analisi e sostanze nelle acque. Silenzio. E muti – finora – appaiono anche i Sindaci, le amministrazioni comunali, l’Area Metropolitana, la Regione. Dove sono le informazioni aggiornate sui siti istituzionali? La cosa diventa ancora più grave: infatti nei mesi estivi aumenta il rischio che salgano le concentrazioni di arsenico e fluoruri, poiché si abbassa il livello delle fade e l’acqua pescata è più in basso, dove si depositano i contaminanti.
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