L’uomo, un romano di 70 anni di età, in carcere da molti anni per numerosi reati che vanno da quelli contro il patrimonio a quelli contro la persona, ha iniziato a soffrire di alcuni problemi ad una gamba, tanto da non poterla muovere senza le necessarie cure mediche. Ogni giorno così viene portato nell’infermeria del carcere per la giusta terapia. Ma sabato verso mezzogiorno, l’uomo non essendo stato ancora curato, ha prima urlato le sue rimostranze per poi, una volta attirata l’attenzione degli agenti di polizia penitenziaria, prendere una lametta e iniziare a tagliarsi la pancia e le braccia. A quel punto si è puntato la lametta alla gola ed ha chiesto di parlare direttamente con la direttrice. Nel frattempo gli altri detenuti della sezione, sollecitati dalle sue grida hanno iniziato a battere oggetti contro le sbarre e ad urlare a loro volta. Alcuni detenuti, hanno staccato le telecamere di sicurezza poste nei corridoi e frantumato alcune delle vetrate nelle celle e altre che danno su alcuni corridoi interni alla struttura. E mentre la colonna sonora dei detenuti che battevano gli oggetti contro le sbarre continuava, gli agenti hanno capito che la situazione poteva volgere facilmente al peggio. Ma invece di sedare con la forza la protesta, i poliziotti penitenziari insieme alla direttrice del carcere hanno cercato di ragionare con i detenuti. Il primo a cui gli agenti si sono rivolti è stato l’anziano detenuto, una volta calmato lui, sono riusciti, a riportare tutti gli altri alla calma, convincendoli a rientrare nelle loro celle. Due ore dopo l’inizio della protesta i detenuti sono così rientrati volontariamente nelle loro celle e l’uomo di 70 anni è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale di Velletri. Qui i medici hanno provveduto a dargli alcuni punti di sutura alle ferite che si era auto inferto alla pancia e alle braccia. Già in serata era stato ricondotto nella sua cella. Carmine Olanda, segretario regionale della Ugl polizia penitenziaria nel commentare quanto accaduto sottolinea la gravità della situazione in cui versano i penitenziari italiani: «In tutto il paese siamo sotto organico. Servono sei mila nuove assunzioni per coprire la carenza di personale. La situazione di Velletri, inoltre, con la nuova ala inaugurata ma con lo stesso numero di agenti, è ormai critica. Numerosi dei miei colleghi, dice Olanda, sono molto vicini all’età pensionabile e molti ci sono già andati, ma non vengono sostituiti con nuove assunzioni». La protesta di sabato, secondo la Ugl pol.pen. ha portato alla luce anche un altro problema all’interno del carcere veliterno: la mancanza di un numero adeguato di personale sanitario. L’anziano detenuto, afflitto da gravi problemi di salute, non è il solo ad aver bisogno dell’assistenza medica quotidiana, a cui fanno fronte alcuni medici e infermieri. «Serve infatti un potenziamento del personale dell’infermeria attualmente sotto organico – conclude Olanda -. Questa settimana gli agenti della polizia penitenziaria di Velletri hanno salvato anche un detenuto che ha tentato il suicidio in cella. Da apprezzare lo sforzo e la professionalità di tutti i miei colleghi che lavorano in uno dei penitenziari più grande e affollato d’Italia».
Sedata dagli agenti dopo alcune ore
Animata protesta al carcere di Velletri, uno dei detenuti si ferisce gravemente
Minacciava di tagliarsi parti vitali del corpo con una lametta se non avesse avuto al più presto accesso alle cure mediche di cui ha bisogno quotidianamente. Così un detenuto del carcere di Velletri ha dato il via sabato in tarda mattina ad una forma di protesta nella sezione B2.
05/12/2016
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