Gianni Stirpe e il fratello Luciano, quest’ultimo ampiamente noto alle forze dell’ordine, da tempo avevano discussioni legate a problemi di eredità. La vittima avrebbe anche denunciato l’attuale imputato per calunnia, battendo su esposti presentati nei suoi confronti e ritenuti del tutto falsi. Il 27 luglio di due anni fa i due si incontrarono in località Fontane, a Sezze, e il litigio tra loro ben presto degenerò. Luciano, 51 anni, venne trasportato subito all’ospedale “Goretti” di Latina, ma invano. Troppo gravi le ferite. Gianni si giustificò, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, dicendo di essere stato aggredito dal fratello, che con degli zoccoli lo aveva colpito al volto, e a quel punto di non essere più stato in grado di controllarsi. Per il giudice si trattò però di un “omicidio feroce”, mentre la difesa aveva insistito sulla tesi della legittima difesa o comunque dell’omicidio preterintenzionale. Ora per Stirpe, detenuto nel carcere di Velletri, lo sconto sulla pena. (Clemente Pistilli)
Sezze, da 20 a 14 anni e 4 mesi
Uccise il fratello, in appello ottiene uno sconto di pena
Sconto in appello per il fratricida di Sezze. La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha ridotto da 20 anni a 14 anni e 4 mesi di reclusione la pena a Gianni Stirpe, 46enne setino che, il 27 luglio 2015, uccise il fratello accoltellandolo al ventre e colpendolo al collo con un’ascia. Una riforma della sentenza di primo grado che, confermando l’accusa di omicidio volontario, ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche. Il procuratore generale aveva invece chiesto la conferma della condanna emessa l’anno scorso dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli. Entro venti giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza e solo allora i difensori del setino, gli avvocati Paolo Silipo e Giancarlo Vitelli, decideranno se ricorrere in Cassazione.
28/04/2017
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