Dal 25 al 30 aprile la città ha ospitato nei suoi luoghi più celebri, volti noti del panorama artistico e giornalistico italiano, tra cui Sigfrido Ranucci, Angela Iantosca, Riccardo Cucchi, il regista Daniele Luchetti e, non da ultimo, Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica nel 2021.
Nella serata di ieri, 30 aprile, un Teatro D’Annunzio gremito di persone ha accolto calorosamente il professor Parisi: l’evento era andato sold out dopo pochi minuti, segno che la città desiderava questo incontro.
E partecipatissima è stata in generale tutta la rassegna di Lievito 2024.
Giorgio Parisi a Latina
Giorgio Parisi è stato vincitore del premio Nobel per la Fisica 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi. Insigniti con lui il metereologo e climatologo giapponese Syukuro Manabe e l’oceanografo e modellatore climatico tedesco Klaus Hasselmann.
Nonostante i suoi titoli e la monumentalità della sua persona, Giorgio Parisi si è presentato al pubblico latinense in modo genuino, generoso e, ovviamente, geniale, stabilendo da subito un contatto sincero.
Ha raccontato della sua familiarità con i numeri sin dalla tenera età; di aver letto la Storia della Seconda Guerra Mondiale di Churchill a 12 anni, di essersi presentato all’esame di fisica matematica dopo aver semplicemente letto il programma d’esame, della sua passione per la cucina, per il ballo e i romanzi.
Pubblico del D’Annunzio affascinato
L’abile conduzione del dottor Gianni Morelli, di Lievito Scienza, ha intessuto l’intervista con Parisi, collegando in modo del tutto naturale temi fondamentali per la società moderna e permettendo al professore di toccarli uno ad uno, condividendo col pubblico chiavi di lettura, perplessità ed esigenze.
Si è parlato di cambiamento climatico, medicina, letteratura, intelligenza artificiale, energia nucleare, politica, istruzione e molto altro, in un’esplorazione generosa e continua della vita di Parisi e dei tanti incontri che hanno segnato il suo percorso.
L’ingresso in ogni macro tema del dibattito è stato costruito proiettando brevi spezzoni di celebri film o interventi di personaggi illustri del panorama italiano, così da rendere più dinamico l’incontro e contribuire alla diffusione ulteriore di cultura.
Ad emergere anche tanti titoli di libri interessanti: La scienza negata di Enrico Bellone, Contare e raccontare di Carlo Bernardini e Tullio De Mauro, Fontamara di Ignazio Silone che Parisi conobbe personalmente.
Una generosa mezz’ora è stata poi dedicata alle domande del pubblico. Le persone in sale da subito da subito si sono dimostrate propositive e desiderose di interfacciarsi con il professor Parisi.
Il pensiero di Parisi su giovani e cultura
Qualche minuto de La meglio gioventù (2003) di Marco Tullio Giordana lancia il tema della fuga di cervelli dall’Italia: un paese “tanto bello e tanto inutile” come definito nel film.
Uno spezzone di Good Morning Babilonia (1987) dei fratelli Taviani introduce quello dell’eredità culturale.
Parisi si esprime così a riguardo:
“Non basta essere figli di Leonardo, Raffaello e Michelangelo per dire di avere cultura. La cultura è una catena che si costruisce. Questa italianità non è un fatto di sangue, ma di cultura.
Per questo motivo il decadere delle scuole e delle accademie va combattuto. Il prestigio sociale dell’insegnante sta diminuendo così come il suo riconoscimento economico.
L’Italia, poi, non è un paese per giovani e questo è un problema di cui nessuno parla quanto dovrebbe. Nella maggior parte dei casi, vanno via ragazzi e ragazze con una certa preparazione accademica, esportando una quantità di energia enorme.
Insegnare è una responsabilità grandissima, ma assumersi la responsabilità di incoraggiare e finanziare i talenti che formiamo, è un dovere altrettanto grande”.
Appuntamenti di cui Latina ha bisogno
Il sold out prima, le standing ovation in apertura e al termine dell’evento, scrosci generosi di applausi, mani alzate e troppo poco tempo. La risposta generosa di una Latina che c’è, desiderosa di organizzare, finanziare, offrire e godere insieme della saggezza ed esperienza di personaggi di spicco del nostro tempo.
La cultura è una catena che si costruisce e Lievito sta facendo la sua parte.
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