La parodontologia è una branca dell’Odontoiatria che studia i tessuti di “sostegno” dei denti, il
Parodonto: ovvero dell’insieme dei tessuti molli e duri che circondano il dente e che assicurano la sua stabilità nell’arcata alveolare.
Quindi la parodontologia studia e tratta il parodonto e le patologie ad esso correlate.
Il Parodonto, fondamentale per la salute del dente
Il parodonto è costituito da quattro elementi che mantengono in salute e stabile il dente:
1 – il dente, con la sua radice. Essa è rivestita da un sottilissimo strato di struttura che si chiama ‘Cemento’;
2 – l’Osso Alveolare è il componente strutturale dove la radice del dente è immersa;
3 – il Legamento Alveolare è un’importante e complesso tessuto che ‘lega’ i due elementi sopra citati, il dente e l’osso;
4 – la Gengiva è la struttura fondamentale ed è quella che clinicamente (sia guardandola che sondandola) ci da un primo stato di salute ed è il tessuto che ‘protegge’ dai batteri tutto ciò che si trova al di sotto.
La malattia parodontale (detta anche Piorrea)
Vengono chiamate malattie parodontali o parodontopatie tutte le patologie che interessano il parodonto.
La malattia parodontale è, ancora oggi, conosciuta anche come “piorrea“ (parola composta da pios, pus, e rea, scorrere), ma in odontoiatria oramai è desueta.
La causa della insorgenza della malattia parodontale, è l’accumulo dei batteri presenti nella bocca, sulle superfici dei denti (la PLACCA BATTERICA organizzata che si chiama Biofilm Batterico) e si infiltrano nello spazio tra la gengiva e la radice del dente. Una risposta dell’organismo (una suscettibilità individuale) importante fa si che l’osso alveolare si retrae e lo spazio tra la superficie del dente e la superficie dell’osso alveolare aumenta e si formano le tasche parodontali.
Altri fattori che possono influire sulla salute dei nostri denti e delle nostre gengive potenziando l’effetto batterico, più facilmente, possono andare incontro a disturbi gengivali le persone che fumano e/o che sono sottoposte a stress, o persone che sono affette da diabete o da altre malattie in grado di ridurre le difese dell’organismo.
10 milioni di italiani hanno malattie parodontali
Questa patologia, quindi, è di tipo infettivo perché la causa è dovuta alla placca batterica che induce una risposta infiammatoria del nostro organismo. La parodontologia è una malattia multifattoriale, perché è data da una serie differenti di fattori (fumo, diabete, stress, ereditarietà), e sito specifica, perché ogni singolo dente può essere colpito in modo diverso.
La malattia parodontale si manifesta nel momento in cui uno o più costituenti del parodonto non esercitano più la loro funzione di sostegno dei denti, perché vengono colonizzati da più specie batteriche. Tutto questo porta alla mobilità dei denti interessati e recessioni gengivali, ovvero abbassamento della gengiva e neoformazioni di tasche parodontali.
Si stima che in Italia le persone malate di Parodontopatie siano circa 10 milioni.
Quando bisogna allarmarsi
Di solito la piorrea si presenta sotto forma di gonfiore, arrossamento e sanguinamento delle gengive, che appare durante lo spazzolamento quotidiano oppure quando si mangiano cibi solidi. La presenza costante di alito cattivo e una aumentata sensibilità a denti e gengive durante la masticazione o lo spazzolamento sono segnali che devo mettere in guardia. Anche un allungamento del dente deve allarmare così come il sanguinamento deve indurre il paziente a richiedere una visita odontoiatrica. Meglio se effettuata da un parodontologo.
Come interviene lo specialista
La prima fase da fare è come un tutte le patologie mediche, bisogna fare una corretta diagnosi. Sembra banale ma non lo è. La diagnosi ti permette di adeguare la terapia che deve essere mirata ed individualizzata sul paziente.
L’obiettivo finale della è quello di ridurre, o se possibile, eliminare le tasche parodontali per ridurre o arrestare la malattia. Ci sono casi in cui è possibile recuperare il danno causato dalla malattia e rigenerare anche osso per migliorare i tessuti di sostegno del dente compromesso.
La chirurgia solo in casi estremi
Le terapie iniziali sono non chirurgiche e vanno dall’educazione del paziente, all’igiene professionale con pulizia sopra e sottogengivale con levigature. Talvolta si possono utilizzare ausili che possono essere farmacologici, chimici o fisici come il laser, utili di supporto a seconda della diagnosi e della gravità della malattia.
Le terapie chirurgiche vengono effettuate o quando la prima terapia non chirurgica non abbia risolto il problema o quando bisogna rigenerare osso che è andato perduto e ci sono le condizioni per farlo.
La prevenzione è sempre la migliore cura
In conclusione, quando si ha familiarità, o un ipersensibilità, un dente allungato o la visione del sangue quando ci si spazzola i denti, sono tutti segni che devono essere controllati e invito tutte le persone a chiamare il proprio odontoiatra (se già non ha dei controlli programmati), e prenotare una visita ed esporre il proprio problema.
Inoltre sarebbe auspicabile che tutti gli Odontoiatri eseguano una visita parodontale superficiale per individuare i rischi e i segni di una parodontopatia. Se intercettata, poi deve essere in grado di seguire e trattare il paziente, oppure inviarlo ad un Parodontologo.
Dott. Sandro Compagni Gnatologo
DOTTOR SANDRO COMPAGNI
Master in Gnatologia
Perfezionato in Odontoiatria Sportiva Master in Parodontologia
Master in Odontologia Forense
Master in Chirurgia implantare
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