È la consigliera comunale Marina Aramini a spiegare i motivi di questa scelta. “Appare ora una volontà di istituire una scuola paritaria, con una gestione un po’ “sui generis” che non rientra esattamente in quello che le leggi prevedono – scrive in un lungo post sulla sua pagina Facebook –.
Detto tutto questo, e qui mi rivolgo alle famiglie, che forse hanno sottovalutato quanto verrebbe a costare la gestione di una scuola soprattutto paritaria (rispetto a quella privata) perché se veramente fossero consapevoli di cosa significhi in termini economici la gestione di una scuola, forse apprezzerebbero molto di più quello che è stato l’impegno dell’Amministrazione a garantire la presenza di una scuola statale. Un impegno economico che va dallo stipendio delle maestre abilitate, agli insegnanti di sostegno, al personale di sorveglianza e delle pulizie dei locali, alle sostituzioni di personale in periodo di malattia, il tutto con relative ferie, contributi ecc, ecc, Poi ci sono le famose utenze, che non è solo la luce, l’acqua, e i riscaldamenti, ma anche la pulizia e la piccola manutenzione ordinaria che una scuola comporta. Per non parlare delle spese sulla “sicurezza”. Una scuola paritaria non è uno scherzo”.
E ancora: “Ognuno è libero intraprendere quello che ritiene più opportuno fare, certo però non può non tener conto di quei 13 bambini iscritti alla scuola statale e di quelle 13 famiglie a cui l’Amministrazione Comunale ha cercato, nei tempi ristretti, di garantire il servizio istruzione.
Io per quanto mi riguarda come Consigliere Comunale, per essendo molto favorevole alle scuole paritarie (quelle vere, quelle che nascono nei tempi e nei modi dovuti), sento che si dovrà fare di tutto per tutelare l’iscrizione di quei 13 bambini. Bastano 5 o 6 iscrizioni in più e la scuola sarebbe salva”.
Aramini parla anche di quello che definisce “inutile braccio di ferro di parte della comunità di B.go Carso”, che “può portare a delle pesanti conseguenze”: “nessun tempo scuola e nessuna scuola (se non si forma neanche una classe); mancata opportunità di un tempo scuola di 40 ore (con 2 maestre) che, nell’organico di fatto, ovvero a luglio, anche nel caso di aumento delle iscrizioni, non si potrà più istituire o meglio non sarà certo facile istituire. I bambini dovranno uscire alle 13 senza mensa.
Siamo ancora in tempo poiché la circolare sull’organico di diritto non è stata ancora emanata. Ecco mi chiedo: a cosa è servito tutto ciò?”.