A chiedere e ottenere il pignoramento sono state due persone, vittime di usura da parte di due fratelli di Ardea, che dal tribunale di Velletri nel 2016 hanno ottenuto una sentenza che riconosce loro un risarcimento di 350mila euro. Autorizzati dal giudice, potranno rivalersi sugli immobili confiscati, tra cui appunto la casa di via Bologna. Ma perché allora il Comune ha deciso di mettere comunque a disposizione della Croce Rossa un immobile che, prima o poi, gli verrà tolto?
Da fonti autorevoli interne all’Amministrazione comunale è arrivata la precisazione che sì, la casa di via Bologna andrà ai volontari della Croce Rossa, ma solo per un anno. L’assegnazione è temporanea e non permanente. Secondo l’avvocatura dell’Ente, infatti, l’utilizzo che la Cri potrà farne, autorizzata dal Comune, per 12 mesi non è incompatibile con la procedura esecutiva in corso. Tanto – presuppongono da piazza Garibaldi – di certo ci vorrà più di un anno perché questa si concluda e la casa di via Bologna venga tolta dalla disponibilità del Comune. Insomma, la Croce Rossa dovrà godersela finché può.