La sindaca di Roma Virginia Raggi rischia di ‘bagnare’ la sua campagna elettorale col sangue delle teste rotte dai manganelli della polizia di senatori, deputati, consiglieri regionali, sindaci e cittadini dei Castelli Romani, ossia di coloro che sono intenzionati ad alzare le barricate contro il riavvio della discarica di Albano. Vale a dire di tutte le componenti della società civile e politico-istituzionale che sabato e domenica scorsi, 24 e 25 luglio, hanno invaso pacificamente le strade del centro-città di Albano. Da un mese la vicenda è su tg e quotidiani nazionali. A metà luglio, la prima cittadina capitolina ha firmato due ordinanze con le quali ha imposto la riapertura dell’immondezzaio castellano per salvare la Capitale dall’ennesima emergenza rifiuti, una decisione poi ratificata da una ulteriore e terza ordinanza del Governatore Zingaretti. Il rischio di riapertura si fa sempre più concreto, al netto di alcuni problemi burocratici. Del resto nella Capitale il Porta a porta, la modalità di raccolta domiciliare della spazzatura, ma soprattutto l’unica vera alternativa al business mortale delle discariche e degli inceneritori, negli ultimi 5 anni non è decollata. Mentre è aumentata la quantità di spazzatura indifferenziata prodotta ogni giorno. Spazzatura indifferenziata che Roma non è intenzioTnata a smaltire riaprendo magari una discarica sul proprio territorio, o avviando un tavolo istituzionale per valutare una lista di possibili siti alternativi. L’unica soluzione prospettata dalla sindaca Raggi è di riaprire subito, senza alcun limite o condizione, la discarica di Albano. Il sindaco DI ALBANO: “Battaglia di gruppo” “La partita sulla riapertura della discarica di Roncigliano è appena cominciata – dichiara al nostro giornale il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli – serto, speravamo nella sospensiva del Tar Lazio alle ordinanze, che non c’è stata concessa, ma prendiamo atto che il giudice ha messo avanti la pulizia della capitale piuttosto che la salute dei cittadini di questo territorio. Vedremo cosa dirà la Camera di Consiglio del prossimo 6 settembre. È importante comunque prendere atto che lo stesso giudice ha richiesto ulteriore documentazione alla Città metropolitana, proprio sulle carenze che noi avevamo segnalato nel nostro ricorso. Chiarimenti in merito al superamento dei livelli di contaminazione nella falda idrica sottostante il bacino della discarica e l’acquisizione dei pareri in merito. Lo stato dell’arte sulla validità dell’AIA volturata nel 2020. E soprattutto quali sono i motivi per cui si è deciso di riaprire una discarica chiusa da 5 anni e in esaurimento piuttosto che valutare altre proposte di siti già disponibili a Roma. Questo è il futuro prossimo. Oggi invece cerchiamo di capire se e quando riaprirà la discarica. Su questo siamo molto vigili, su tutti gli aspetti di nostra competenza. La prima preoccupazione è capire attraverso le indagini dell’Arpa la situazione a oggi delle falde idriche e degli altri dati ambientali. Solo in questo modo potremo avere un confronto con i prossimi dati e poter emettere provvedimenti ordinativi in caso di peggioramento degli stessi. Poi lo stato stesso dell’impianto, dei macchinari necessari alla pesa, degli accessi. Non vogliamo tralasciare nulla. D’altronde è del tutto evidente che la scelta su Albano sia stata fatta per convenienze politiche piuttosto che dopo una attenta analisi delle possibilità. Una scelta che è figlia dell’assenza di progettazione e programmazione dell’Amministrazione capitolina. Il nulla in cinque anni, solo cambi di assessori, manager, rimpalli di competenze, nel gioco dello scaricabarile piuttosto che nello scarica rifiuti. Albano è solo un palliativo. Ama oggi dice che per ripulire Roma ci vorrà un mese, ed è la stessa cosa che diceva un mese fa. La verità è che l’intero ciclo dei rifiuti è in crisi, e la discarica è solo l’ultimo tassello del fallimento della Raggi. Ma siamo anche molto attenti agli altri sviluppi. L’ordinanza della Regione, che prevede un flusso (a oggi, comunque, fermo) limitato della trasferenza dei rifiuti scade il 2 agosto. Cosa succede dopo? E tutto questo lo stiamo facendo di concerto con i Sindaci del territorio, che sono stati presenti alle manifestazioni e come noi non vogliono mollare un centimetro di questo tiro alla fine” L’Assessore Sementilli: “Albano al 79,4% di Porta a porta” “La raccolta differenziata – attacca Maurizio Sementilli, assessore ai Rifiuti di Albano – cresce in tutti i Comuni del Lazio, tranne che a Roma. E la nostra città rischia di pagarne in prima persona le conseguenze, nonostante la percentuale di raccolta differenziata si attesti al 79,4%, percentuale che ha permesso al nostro Comune di classificarsi terzo tra i Comuni sopra i 5000 abitanti più virtuosi nella gestione dei rifiuti. Questo premio arriva dopo anni di lavoro, programmazione e organizzazione del Comune di Albano Laziale per differenziare i rifiuti, ridurli, riusarli e riciclarli, rendendo tutto più pulito. Ci siamo riusciti grazie alla collaborazione dei cittadini: ad esempio Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) ha quantificato in ben 87.3 punti percentuali la purezza della plastica, proveniente dalla raccolta differenziata effettuata sul nostro territorio. Questo ha consentito alla nostra Amministrazione di avere accesso ad introiti economici provenienti dalla vendita della plastica raccolta, utili ad ammortizzare il costo complessivo del servizio”.
29/07/2021