Il litigio, nel novembre 2006, esplose tra due gruppi di ragazzi, uno di Pomezia e l’altro di Nettuno, all’interno di un pub in via Porcari, nel borgo medievale della città del tridente. I giovani vennero presto invitati a uscire e in strada la discussione proseguì, degenerando in rissa. Gianfranco M., 31enne di Pomezia, ebbe la peggio. I carabinieri alla fine arrestarono nove persone e la vittima venne subito trasferita dall’ospedale di Anzio al San Giovanni di Roma, in gravissime condizioni. La posizione peggiore venne definita quella di D. A., detto “Micio”, che avrebbe colpito Gianfranco M. alla testa con la piccozza da muratore. L’imputato, incastrato sia da alcuni testimoni che dagli appartenenti al suo stesso gruppo, ha affermato a più riprese che i coimputati erano inattendibili e che lui si era solo difeso, essendo stato minacciato con una bottiglia. Incassato un po’ di sconto in appello, i quasi cinque anni e mezzo di condanna ora sono definitivi: la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di D. A.