Il consiglio comunale potrà essere convocato tra il 28 gennaio e il 27 febbraio. L’atto riporta, nelle motivazioni, “il pericoloso e riprovevole degrado dell’azione amministrativa prodotto dall’operato del sindaco” e “la mancanza di qualsivoglia iniziativa politica del sindaco che è la causa principale della scarsa efficacia e indubbia paralisi dell’azione amministrativa. Il Consiglio comunale non può più ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle istituzioni a danno della comunità e dei cittadini che nei consiglieri hanno riposto esigenze e aspettative per una crescita naturale e sociale”.
Secondo i firmatari della mozione, «il sindaco ha disatteso il patto politico amministrativo sottoscritto con gli elettori, sottraendosi, scientemente, sul dovere di dare una svolta alla sua amministrazione, nella convinzione che il silenzio e il suo modus operandi hanno adombrato le sue specifiche mancanze». E ancora: «L’attività amministrativa del sindaco è figlia di una sottocultura politica della prima Repubblica, a nulla solo valsi i richiami di maggioranza e opposizione per evitare interessi e finalità personalistiche».