Dopo le lamentele degli inquilini, l’Amministrazione inizia a farsi sentire Forti sono stati i riscontri da parte del Comune dopo che gli inquilini del civico 6b e 6c della palazzina sgomberata in via S. Francesco d’Assisi per rischio crollo hanno lamentato scarsi aiuti da parte dell’Amministrazione. Come annunciato dalla Delibera di Giunta n.90 del 2 gennaio 2020, presto si attiverà un Ufficio di Scopo di Supporto per le 24 famiglie. L’Amministrazione Comunale, contrariamente alle accuse mosse da alcuni, ha più volte ribadito il suo impegno nel dare supporto ai nuclei familiari con l’intento di “dare corso alle attività necessarie per dare risposte concrete alle persone interessate”. Sono state infatti individuate delle opportunità di costituire un Ufficio di Scopo, composto da personale interno e diviso in tre sezioni. L’Area Sociale sarà impegnata nelle attività di accogliere e sostenere i nuclei familiari e nella valutazione delle varie situazioni socio-economiche. L’area della Polizia Locale riguarderà la sicurezza e l’ordine pubblico e soprattutto la verifica del rispetto delle ordinanze precedenti. L’area tecnica verificherà il rispetto delle prescrizioni previste dall’ordinanza. A dare risposte ai nuclei familiari è stato anche il Vicesindaco Ivan Boccali, direttamente sulla sua pagina Facebook. “Le cause del cedimento strutturale sono al vaglio degli organi amministrativi e giudiziari preposti ma, trattandosi di questione di tipo privatistico (le case infatti non sono comunali ma di privati) il Comune non ha nessuna voce in capitolo come ovviamente non ha nessuna responsabilità dei fatti”. In data 13 dicembre, gli inquilini confermavano che un’indagine sulla responsabilità dell’accaduto ancora non era stata aperta. Gli stessi dichiaravano che il Sindaco aveva le mani legate sulla risoluzione delle problematiche, in quanto la competenza risulterebbe essere del Prefetto. “In casi di perdurante inagibilità dell’immobile – prosegue il Vicesindaco riguardo alla contingente spesa cui gli sfollati dovranno far fronte – si può chiedere la sospensione del pagamento del canone di locazione o del mutuo, potendo così reimpiegare le somme tornate disponibili per locazioni temporanee di altri immobili.” Nel frattempo lo stabile in via San Francesco d’Assisi è stato messo in sicurezza, ma i tempi per dare una risposta alle 24 famiglie risultano ancora indefiniti. E se non si può sperare in una pronta risoluzione, ci si può almeno augurare che alle famiglie venga proposta un’alternativa abitativa provvisoria che allieti in parte questo quadro tragico che stanno vivendo.
Elisabetta Di Cicco
17/01/2020