Il 15 novembre 2015 venne rilasciato alla società Tanaro Costruzioni un permesso a costruire per la parziale demolizione di un fabbricato in via Tanaro e la realizzazione di un fabbricato plurifamiliare. In pratica venne dato l’ok affinché venisse demolita la metà di una bifamiliare e al posto della parte demolita venisse realizzata una palazzina articolata su tre piani. Inutili le proteste dell’altro proprietario della bifamiliare, un russo che lavora a Pomezia come guida turistica e che vide tagliare il suo immobile senza aver dato il consenso a un simile intervento, denunciando subito una serie di problemi nella sua abitazione, tra lesioni e infiltrazioni. Diffide e richieste fatte al Comune rimasero senza risposta. Nessuno stop anche dopo che, il 22 febbraio 2017 l’area antiabusivismo della Regione Lazio chiese di sospendere i lavori. Caddero nel vuoto pure gli appelli del comitato di quartiere. La guida russa però non ha mollato e la sua denuncia, dopo le indagini svolte dai carabinieri di Torvaianica e gli accertamenti compiuti da un consulente tecnico nominato dal sostituto Morra, hanno portato il magistrato a indagare e poi a chiedere il rinvio a giudizio del dirigente all’urbanistica Renato Curci, del geometra dell’ufficio tecnico comunale Massimo Lauri, del direttore dei lavori Paolo Di Giovannantonio e del legale responsabile della Tanaro Costruzioni, Francesco De Filippo. Per il magistrato Curci e Lauri avrebbero rilasciato un permesso a costruire alla Tanaro illegittimo, perché in contrasto con le norme tecniche di attuazione della variante al piano particolareggiato esecutivo di Campo Ascolano. De Filippo avrebbe potuto così realizzare una nuova costruzione di 1.048 metri cubi di volumetria al posto dei preesistenti 472, oltre il doppio dunque, e alta nove metri anziché i sette e mezzo consentiti. La “Tanaro” avrebbe inoltre potuto realizzare ulteriore volumetria con il terzo piano dell’immobile, indicato come volume tecnico. Il tutto omettendo di sospendere i lavori come chiesto dalla Regione. Condotte che hanno portato ad accusare i tre di abuso d’ufficio. Di Giovannantonio e De Filippo, per i lavori eseguiti sulla scorta di un permesso a costruire ritenuto illegittimo, sono stati poi accusati di abusivismo edilizio. Un impianto accusatorio che ha convinto il giudice Muscolo, che ha accolto le richieste di giudizio e fissato la prima udienza del processo, davanti al Tribunale di Velletri, per il prossimo 8 aprile. Occorrerà vedere ora se il Comune deciderà di costituirsi parte civile. Una decisione sicuramente difficile per il sindaco Adriano Zuccalà visto che il processo è tutto incentrato su una pagina nera dell’urbanistica durante la prima consiliatura in cui i grillini hanno preso il timone del municipio di Pomezia.
Coinvolti anche imprenditore e tecnico
Presunto abuso per l’ok all’ecomostro, funzionari comunali di Pomezia a processo
Dopo le polemiche, le diffide e le bacchettate da parte della Regione Lazio, ora sono arrivati i rinvii a giudizio. La vicenda del cosiddetto ecomostro di Campo Ascolano è diventata materia per un processo e il Tribunale di Velletri dovrà pronunciarsi sul dirigente all’urbanistica del Comune di Pomezia, un geometra dell’ufficio tecnico comunale, un imprenditore e un tecnico direttore dei lavori. Un’operazione compiuta durante la consiliatura dell’ormai ex grillino Fabio Fucci che ha portato il sostituto procuratore Carlo Morra a ipotizzare i reati di abuso d’ufficio e abusivismo edilizio e che ha visto tali ipotesi reggere al vaglio del giudice per l’udienza preliminare Gisberto Muscolo.
22/02/2019
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