“Splendido il gesto della squadra degli Avvocati dell’Ordine di Velletri, che con orgoglio ed onore portano nelle famiglie italiane quello sguardo penetrante e invasivo, permanente e pieno di valori, rendendo noto a chi non conosce la storia quello che è successo ad un ragazzo brillante e pieno di valori, con la consapevolezza che se è successo ad un uomo come lui può succedere a chiunque“. A parlare è Roberto Maria Pennacchi, il fratello di Francesco Maria Pennacchi, ucciso da un cittadino albanese (che abitava nel palazzo) con una coltellata la sera del 27 novembre 2015 sulla porta del suo ufficio in centro a Velletri. Francesco Maria Pennacchi, dottore commercialista aveva 32 anni. “Francesco Maria Pennacchi non potrà più aprire i suoi occhi azzurri – dice il fratello Roberto – non potrà più regalarci il suo immenso amore, la sua armonia, la sua intelligenza e la sua voglia di vivere, non potrà più crescere e migliorarsi come avrebbe voluto; non potrà più avere una famiglia e dei figli, non potrà più condividere il suo amore con le donne più importanti della sua vita, la mamma Isabella e la fidanzata Pamela. A 18 mesi, ultimato il primo grado di giudizio dove l’assassino è stato condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio con l’aggravante dei futili motivi avendo usufruito del rito abbreviato, è tempo di riflessioni: si parla di giustizia, di sconti di pena, di appelli, di riabilitazione dei detenuti. Che sconto di pena ha avuto mio fratello Francesco Maria? La vita è sacra, per chi commette omicidi senza motivo, lo Stato italiano dovrebbe considerare solo la pena, perché non esiste riabilitazione per crimini del genere. Speriamo di rincontrarci un giorno – conclude Roberto Maria Pennacchi -, con il cuore spezzato dal dolore, dove il mare bagna il cielo, e la luce confonde i colori dell’orizzonte, dove il tempo non esiste, per non lasciarsi mai più, perché la vita può allontanarci ma l’amore continuerà per sempre“.
15/06/2017