«Il Prefetto di Roma ha emesso un’interdittiva antimafia che attesta la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa nei confronti delle società La Cascina (viene citata 167 volte nell’ordinanza di custodia cautelare di Mafia Capitale Bis) e della sua controllata Vivenda. Il provvedimento è scaturito dall’applicazione del nuovo Codice antimafia in base al quale il requisito del certificato antimafia, quello che consente a una azienda di operare con la pubblica amministrazione, sarebbe venuto meno». L’Agenzia Agenparl riporta un comunicato della Silp Cgil di Trieste, ma la vicenda tocca da vicino anche il nostro territorio.
La Cascina, infatti, offre il (contestato) servizio di ristorazione anche nei centri immigrati di Lido delle Sirene ad Anzio e di via Sele a Nettuno. Gestisce, inoltre, i servizi di catering di vari enti, distaccamenti e reparti militari italiani. A Pomezia, invece, Vivenda è stata protagonista nel 2014 di un ricorso al Consiglio di Stato (vinto) contro il Comune di Pomezia in relazione all’appalto per la mensa scolastica. La società, in ATI con Soc. Coop. Solidarietà e Lavoro – una società associata al CNS – aveva ottenuto la sospensiva dell’aggiudicazione dell’appalto della refezione scolastica, che era stato vinto dalle società Coop. Centro e All Food Srl. Il Consiglio di Stato ha accolto il loro ricorso e, in attesa dell’espletamento di una nuova gara, ha riaffidato il servizio nelle mani di Vivenda e Solidarietà e Lavoro.
In base alla normativa, nel caso in cui l’azienda interessata operi in associazione temporanee di imprese, il provvedimento di interdizione e di estromissione dalla procedura di gara non vale per le altre aziende. In pratica, la Coop potrà essere sostituita da altra impresa che fa parte del raggruppamento mentre nel caso di appalti in cui opera da sola, verrà chiamata la seconda classificata. I legali del gruppo sono già a lavoro per impugnare il provvedimento della Prefettura di fronte al Tar Lazio.