Nuove “indagini sono in corso su questo terreno, su ordine della proprietà”. Così ha dichiarato in modo cordiale ma laconico al nostro giornale uno dei tecnici che era al lavoro sui 10 ettari prescelti dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per realizzare il nuovo ‘termovalorizzatore’ al servizio della Capitale, almeno così sostengono con forza associazioni e comitati territoriali. Ieri mattina, giovedì 16 giugno, alcuni tecnici ed operai specializzati sono tornati a svolgere lavori non meglio identificati sul campo ampio poco meno di 10 ettari situato tecnicamente nel IX Municipio di Roma, in località Santa Palomba, ma proprio al confine con i due comuni di Albano ed Ardea, proprio davanti al nuovo centro logistico Amazon, sulla rotatoria di Cancelliera. L’allarme è stato lanciato da Ettore Ronconi, presidente del comitato UST-Uniti per la Salvaguardia del Territorio, che si è subito recato sul posto, ‘denunciando’ la ripresa delle attività.
MALIZIA: “DOV’È IL CARTELLO DI CANTIERE?”
“Il sito prescelto da Gualtieri per realizzare il suo nuovo ‘termovalorizzatore’ – ci racconta Amadio Malizia, presidente dell’associazione Salute Ambiente Albano – è situato ad appena 700 metri di distanza dalla discarica di Albano di proprietà della società Pontina Ambiente srl, Gruppo Cerroni, su cui pendono 3 inderdittive antimafia confermate dai vari gradi di giudizio, l’ultima interdittiva – così ci ha confermato la Prefettura di Roma proprio ieri 16 giugno – risale a maggio 2020 ed è stata confermata dal Tar Lazio a marzo 2022. Le interdittive antimafia – sottolinea Malizia – hanno ancora un valore in questo paese? Se ciò non bastasse, sull’area prescelta si aggirano troppi ‘fantasmi’ del passato: è difatti utile anche ricordare che il terreno su cui Gualtieri, Acea ed Ama hanno poggiato gli occhi è situato ad appena 600 metri di distanza dai containers contenenti i pezzi ormai ammalorati e mai montati del gassificatore più grande d’Europa che il ‘re dei rifiuti’ avrebbe voluto costruire proprio all’interno della discarica di Albano, per il tramite di un consorzio denominato Co.E.Ma. e costituito, giusto appunto, dal Gruppo Cerroni insieme ad Acea ed Ama. Questo territorio – chiosa Malizia – ha già pagato, in passato, un prezzo troppo alto a livello igienico-sanitario e ambientale a causa di una gestione quantomeno inappropriata del ciclo dei rifiuti, quindi confidiamo nel fatto che Gualtieri e soci lascino prevalere il buon senso. Se così non fosse, siamo però pronti a batterci come leoni in tutte le sedi giudiziarie, italiane ed europee, per bloccare il progetto. Tanto per cominciare, questi ‘misteriosi lavori’ hanno luogo senza che sia stato affisso un regolare cartello di cantiere, quindi oggi abbiamo presentato alle autorità giudiziarie una querela penale, nella speranza che anche le Procure della Repubblica di Roma, Velletri e Latina battano un colpo”.