Previsto, poi, era anche il passaggio in cui le quote di Acea in mano all’amministrazione comunale di Roma, magari con la solita scusa di fare cassa, scendessero sotto la soglia del 51% del capitale sociale, lasciando così libero il campo ai privati.
L’AUTHORITY SAPEVA
Tutto questo lo si può leggere ancora oggi nel provvedimento n.17623 del 22 novembre 2007 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM – cosiddetta Antitrust).
Un atto con il quale ad Acea era stata comminata una multa di 8,3 milioni di euro per aver stipulato un’alleanza anticoncorrenziale con i francesi di Suez-GdF.
L’alleanza prevedeva la cooperazione tra i due colossi dei servizi idrici nelle gare che man mano si andavano allestendo in tutta Italia, ma Acea aveva “inteso preservare una propria autonomia nell’area laziale”.
Il provvedimento dell’Antitrust, sospeso in un primo tempo dal TAR, è stato poi confermato dal Consiglio di Stato con la sentenza n.5067 del 24 settembre 2012 che ha considerato ampiamente dimostrate sia le motivazioni che le condanne inflitte ad Acea e a Suez-GdF. Trascorso anche per questa decisione un opportuno periodo di “quarantena”, ecco riaffacciarsi in queste settimane la stessa ipotesi di allora.
NON SOLO I CASTELLI ROMANI
A conti fatti con l’ingresso in Acqualatina di Acea, che vede oggi tra i suoi maggiori azionisti privati il gruppo Caltagirone con il 15,85%, gli stessi francesi di Suez-GdF con il 12,48% e la Banca di Norvegia con il 2,02%, Acea si troverà a gestire oltre l’80% delle utenze dell’intero Lazio. A breve poi si dovrebbe allineare anche l’ATO di Viterbo perché la società interamente pubblica che gestisce oggi il servizio da quelle parti (Talete SpA), è stata condotta sull’orlo della bancarotta dalla stessa classe politica che sta ratificando questa presa in giro dei cittadini.
Dorme ancora sonni relativamente tranquilli, ma solo per il momento, la Provincia di Rieti: anche se è la zona da dove proviene la maggior parte dell’acqua che si consuma nella Regione (basti pensare all’acquedotto del Peschiera-Capore dal quale vengono prelevati in media 14mila litri d’acqua al secondo), causa l’esiguo numero di abitanti e il particolare territorio montano, per le lobby del settore da quelle parti non risulta conveniente privatizzare il servizio. Ormai lo hanno capito anche i bambini che la “polpa” dell’affare sta dove gli investimenti da fare sono bassi e il numero delle utenze è alto: per questo la politica osserva ed esegue.
Nell’agosto del 2002 sono stati consegnati i servizi idrici integrati ad Acea Ato 2 (affidamento diretto senza gara) per quanto riguarda l’ATO 2 di Roma e ad Acqualatina (gara molto contestata) per l’ATO 4: entrambe società nel cui CdA è stato nominato l’ex Dirigente della Regione Lazio, curatore della legge regionale applicativa della cosiddetta legge Galli, il “compagno” Luigi Raimondo Besson. Nell’accordo del 2001 tra Acea e Suez, realizzato con “il consenso del Comune di Roma”, cioè del proprietario del 51% della società, si prevedeva l’assegnazione ad Acea del servizio idrico integrato nell’intera Regione Lazio. Curioso il fatto che in Acqualatina Raimondo Besson è il rappresentante per gli altri francesi di Veolia.