L’ente ecclesiastico ha spiegato in una nota di aver adottato il provvedimento “al termine e nel pieno rispetto delle procedure previste in questi casi dalla legislazione italiana a tutela e garanzia dei lavoratori, lo Statuto dei Lavoratori”. Procedure che, in casi di particolare complessità, esigono adeguata tempistica.
“Per la complessità delle valutazioni i tempi sono stati necessariamente lunghi: sono stati valutati fatti emersi a seguito dei controlli interni effettuati sull’attività operativa dell’Istituto, avviati l’estate scorsa, e già sottoposti alla valutazione della Magistratura”, aggiunge l’Istituto.
In questi mesi sono proseguite senza sosta le indagini condotte dai Carabinieri di Latina e coordinate dal Procuratore Aggiunto presso la Procura di Latina, per l’individuazione di ulteriori vittime del professore di religione indagato.
In particolare, il professore, in due distinte occasioni, già nel mese di aprile 2018 e nel successivo mese di giugno 2018, approfittando del rapporto fiduciario intercorso con i genitori della vittima, aveva abusato sessualmente di un ragazzino, dopo averlo contattato ripetutamente su whatsapp con conversazioni a sfondo sessuale, per carpirne la fiducia.
Era già sospeso
All’atto della contestazione disciplinare, il lavoratore risultava già sospeso dall’impiego da luglio 2023, quando il Tribunale di Latina lo aveva sottoposto a una misura cautelare personale per fatti non riguardanti il suo rapporto presso l’Istituto.
Ogni Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero è persona giuridica canonica e civile, autonoma e distinta dalle singole Diocesi. Gli istituti hanno avuto istituzione nel 1985 a seguito dell’accordo di revisione dei Patti Lateranensi tra lo Stato Italiano e la Santa Sede.
Il loro compito, come prevede la legge italiana, è sostenere economicamente in modo equo i sacerdoti attraverso la gestione dei beni mobili e immobili di proprietà dell’Istituto.
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