Ingombranti, brutti, pericolosi e spesso, troppo spesso, abusivi. Ma anche quelli autorizzati non di rado risultano in posizioni a dir poco discutibili. Sono i cartelli e cartelloni pubblicitari che invadono le nostre strade. Una forma di pirateria stradale ormai fuori controllo. L’esempio più anomalo viene dalla Regione Lazio: un manifestone 3 per 2 illegale sulla strada regionale Nettunense, sotto il ponte della 148 Pontina. Strada di cui la Regione stessa, tramite l’Astral, dovrebbe garantire la cura e la sicurezza. Bel modo di spendere i soldi dei contribuenti. E meno male che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha appena lanciato la campagna per la sicurezza stradale “Sulla Buona Strada” con spot in tv, radio, nei cinema, su internet e social network, affissioni e sulla carta stampata.
È UNA GIUNGLA
«Si tratta di una battaglia difficile da vincere, siamo nella giungla totale, la situazione non è arbitrata come dovrebbe secondo la normativa, giungla che evidentemente rende conveneniente fare pubblicità con cartelli abusivi», dice sconsolato a il Caffè Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale specializzata in sicurezza stradale. In effetti, le regole ci sono e parlano chiaro: impongono di non distrarre, confondere, disturbare chi guida con queste installazioni pubblicitarie ed evitare che esse rendano la viabilità più pericolosa. Invece, dentro e fuori i centri urbani è tutto un pullulare di cartelli, piccoli, grandi e giganteschi. Fissi o travestiti da furgoncini e camion. Un continuo attentato alla incolumità di automobilisti, motociclisti e trasportatori ma anche dei pedoni. «Questi elementi verticali rigidi su strada costituiscono un pericolo, sono un amplificatore delle conseguenze dell’incidentalità. Andrebbero conservati quelli indispensabili alla viabilità, come i segnali stradali o i semafori – ci spiega la professoressa Lorella Montrasio, della facoltà di architettura di Parma, direttrice del Diss, Centro di sicurezza stradale – magari fatti in gomma riciclata che attutisce gli urti. Le autostrade erano piene di pubblicità che poi sono state abolite, perché la distrazione è un pericolo».
FAI IL TEST, SEGNALA I PIRATI
Le forze dell’ordine, per quanto impegnate anche su questo fronte, non ce la fanno a tenere il passo con i professionisti della cartellonistica selvaggia. Ad esempio sulla 148 Pontina la Polstrada ha fatto in passato un lavoro certosino, censendo oltre 100 cartelli, per arrivare alla demolizione delle gigantografie abusive (mostri di dimensioni dai circa 50 ai 240 metri quadrati!). Un colpo durissimo, che però non è possibile mettere a segno sempre e dove necessario. Dove sono gli enti competenti? Chi controlla? È davvero impossibile far rispettare la legge? Come per le buche e le altre insidie stradali, anche per i cartelli ogni cittadino è chiamato a farsi sentire. Basta fare il confronto con le regole in materia: se il cartello è in contrasto con esse, hanno tutto il diritto e anche il dovere di segnalare il caso agli organi competenti. Oltre all’articolo 23 del Codice della Strada, il relativo Regolamento chiarisce i posti dove non possono stare i cartelli pubblicitari (indicati nel riquadro a pagina 3).
Basta fotografare il pericoloso cartello, prendere nota della sua esatta collocazione e segnalarlo al gestore della strada (Comune, Provincia, Regione, Anas) e alle forze dell’ordine (meglio se Polizia Stradale e Vigili). Se la segnalazione è seria e viene inviata anche a il Caffè, possiamo pubblicarla. E questa pubblicità a favore della legalità e della vita sarà gratis.