A spiegare come stanno le cose in merito al centro di alta diagnostica che sorgerà a Latina e alla diatriba sul macchinario, è intervenuta la consigliera comunale e medico radiologo Maria Grazia Ciolfi. La questione verrà portata nel consiglio comunale di giovedì. «La premessa da cui parto è chiarire definitivamente che con la rimodulazione del progetto non si sta andando in alcun modo a ledere, né inficiare l’accordo di programma iniziale, ossia realizzare un centro di alta diagnostica nella città di Latina: l’impegno economico della Fondazione resta inalterato, analogamente l’impegno del comune e soprattutto le finalità del progetto sono le medesime, scientifica e sociale, mirate alla diagnosi, alla cura ed alla ricerca in ambito medico sanitario ed al perseguimento del diritto alla salute dei cittadini. Immodificate restano anche le modalità di gestione del centro definite nell’accordo di programma, ossia l’erogazione delle prestazioni solo in favore di enti sanitari, e mai in favore di privati». L’unico cambiamento riguarda il cambio del macchinario. Nei giorni scorsi il Comune di Latina aveva dato incarico all’Associazione Società Italiana Di Radiologia Medica di effettuare un’analisi inerente il Centro di Alta Diagnostica mirato in particolar modo a verificare la fattibilità della sostituzione dell’apparecchiatura ibrida PET-RM con un tomografo RM a 3T. Secondo quanto fa sapere la consigliera Maria Grazia Ciolfi che è anche medico radiologo è arrivato il parere ed è positivo. «Nessuno mette in dubbio che allora fosse un ottimo progetto, la tecnica ibrida PET/RM era da poco stata presentata al mondo scientifico e grandi speranze erano state riposte in essa. Tuttavia nel corso di questi 6 anni, questa tecnica non ha avuto grande sviluppo e lo attestano il numero esiguo di apparecchiature diffuse in tutto il mondo fino ad oggi, mentre le apparecchiature PET/TC che trovano ampia diffusione sul territorio, presente anche nel nostro Ospedale S. M: Goretti, assolvono appieno a questo ruolo».
27/11/2017