IN 10.000 CONTRO ACEA
«Ad oggi hanno aderito circa 10mila cittadini all’iniziativa per la class action: l’atto è pronto, ora aspettiamo i mandati da parte degli utenti. Si chiederà sia il risarcimento per la ritardata fatturazione e per non aver informato l’utenza sul cambio di gestione e sulla modifica unilaterale delle tariffe. Ci sono 450 condomìni con migliaia di comproprietari, e altri se ne stanno per aggiungere, ma pure utenze singole e tante attività commerciali», ci dice l’avvocato Daniele Autieri, che da 4 mesi studia le carte e sta preparando la battaglia coi colleghi Barbara Centoducati e Francesco Falco. «Il nuovo gestore doveva presentarsi almeno con una lettera di benvenuto – tuona Autieri, allibito di fronte alla catasta di bollette “mongolfiera” che gli utenti continuano a portargli -, e invece si sono presentati con un aumento del 50% per il 2017, anno per il quale c’è stato uno sconto de 10%, mentre per l’anno in corso le bollette sono cresciute del 60%!». Una mazzata non solo improvvisa e imprevista ma pure imprevedibile. Il felpato subentro di Acea alla Infrastrutture DG Spa è uno dei punti centrali contestati dai sudditi pometini di Acea. Secondo il generalissimo principio del buon padre di famiglia e del buon senso, se mi aumenti le tariffe e per di più in modo così spropositato, mi devi mettere in condizione di pianificare la maggiore spesa e di tenere sotto controlli i consumi. E poi c’è la fatturazione sui consumi inesistenti: «Lo chiamano “sistema tariffario pro die presunto”, bocciato dalla Cassazione – aggiunge il legale –, ma è assurdo pure il modo in cui applicano le varie “eccedenze”, ossia i tre scaglioni in base alle quantità consumate… è un mistero: lo capiscono solo loro. C’è persino chi ha ricevuto la bolletta da qualche centinaio di euro dopo aver interrotto l’utenza con tanto di reclamo».
PARTE L’ESPOSTO PENALE
«Non dicendo nulla Acea, ma nemmeno il Comune che pure sapeva tutto – prosegue l’avvocato Autieri – gli amministratori condominiali e quindi moltissime famiglie si sono ritrovati con buchi di bilancio. Acea gli ha concesso, da quello che ci riferiscono, rateizzazioni in massimo sei rate, ma sono comunque importi enormi. Gli amministratori di condominio di Pomezia e Torvaianica ci hanno dato mandato per l’esposto in Procura della Repubblica di Velletri. Un esercente con il negozio in un centro commerciale mi ha riferito che gli hanno staccato l’acqua. A giorni depositeremo l’esposto penale». Stavolta, dunque, potrebbe essere qualcosa di più grave di qualche multa come quella da un milione e mezzo di euro comminata ad Acea Ato2 dall’Antitrust nel 2016 per situazioni assai simili. La Procura della Repubblica, infatti, si occupa di reati penali: ad essa si rivolgono ora gli utenti di Pomezia.
1,5 milioni di euro di multa e diffida a continuare con certe condotte. Questa la sanzione che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto ad Acea Ato2 Spa il 16 dicembre 2016 con provvedimento numero 25789. In 86 pagine, l’Antitrust rilevò e contestò: importi difformi da quelli realmente fruiti dagli utenti, con la minaccia della sospensione della fornitura del servizio senza adeguato preavviso. Fatturazioni basate su consumi stimati e poi rivelatisi abbondantemente in eccesso o comunque significativamente difformi da quelli reali. E ancora: mancate letture periodiche dei contatori; mancata acquisizione delle autoletture, con conseguente fatturazione sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o esose; invio di fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità; pagamento dell’acqua non consumata effettivamente, a causa di perdite occulte nell’impianto idrico; avvio di procedure di morosità con distacco forzato anche se non dovuto.