A dire il vero, l’amministrazione guidata dal sindaco Adriano Zuccalà ha avviato la ricognizione di tutte le attività balneari di Torvaianica scovando diversi casi di mancato pagamento dei canoni demaniali, per i quali è stata disposta la decadenza della concessione e la chiusura dell’attività. La finanziaria del 2018 rischia quindi di essere un “tana liberi tutti” per chi non è in regola con i versamenti al Demanio? «Assolutamente no», afferma Davide Nasso. «Non si tratta di un rinnovo automatico. Se non si hanno i requisiti per la proroga, tra i quali c’è appunto il pagamento dei canoni dovuti, questa non viene accordata. Bisogna prima regolarizzare la propria posizione». Con Il decreto Agosto, peraltro, lo Stato ha messo fine ai contenziosi legati alle morosità dando la possibilità di regolarizzare le posizioni debitorie.
RISCHIO SERRANDE CHIUSE?
Pomezia, come si diceva, fa parte della percentuale minoritaria dei Comuni italiani che non ha ancora provveduto a prorogare le concessioni fino al 2033. Il rischio, ancora una volta, è che il municipio di piazza Indipendenza venga investito dalle diffide, dai ricorsi giudiziari e presumibilmente anche da richieste di risarcimento danni: i balneari che possono chiedere la proroga vorranno sapere in tempo utile se il Comune è dell’idea di concederla o se, invece, l’intenzione è quella di rimettere a bando la concessione. «Vogliamo saperlo noi e tutti coloro che lavorano con noi e per noi – precisa l’imprenditore – di media per ogni concessione demaniale ci sono tra le 10 e le 30 persone impiegate stagionalmente, senza contare tutto l’indotto. Ad esempio chi ci fornisce i prodotti, come i pescatori di zona». Tutti costoro non possono aspettare ancora. «Cosa faranno i ristoratori, quelli che reggono sulle proprie spalle quasi tutta l’economia di Torvaianica, in attesa che un tribunale amministrativo li autorizzi a lavorare nonostante la concessione scaduta?». È presto detto, dovrebbero restare tutti chiusi, ma la vera domanda è un’altra: dopo settimane di lockdown, al primo timido accenno di ripresa, la città può permettersi anche solo per un mese un lungomare privo di qualsiasi attrattiva?
DAL COMUNE NESSUNA RISPOSTA
A ottobre, certa di un “tempestivo e felice riscontro”, Assobalneari ha chiesto al sindaco di Pomezia di essere ricevuta per discutere proprio della proroga delle concessioni e del futuro turistico e balneare di Torvaianica. Ma il “riscontro” non è stato né “tempestivo” né “veloce”, anzi, a quanto pare non c’è proprio stato: «Non abbiamo ricevuto nessuna risposta formale dall’amministrazione di Pomezia, nessuna disponibilità a confrontarsi direttamente. Non sappiamo ancora nulla».
Alla scadenza delle concessioni mancano poco più di 30 giorni, senza considerare inoltre le difficoltà che le attività commerciali e la ristorazione hanno patito in questi mesi per le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus. «La chiarezza – afferma Nasso – in questo momento è per noi fondamentale ed è solo questo che ci aspettiamo dal Comune di Pomezia. Nessuna sanatoria, non chiediamo che si chiuda un occhio su eventuali irregolarità, tutt’altro: vorremmo che chi ha sempre pagato e fino ad oggi ha lavorato onestamente si veda riconosciuto un proprio diritto».
E LA BOLKESTEIN?
Cosa ne è stato della contestata direttiva Bolkestein, che prevedeva la messa a bando europeo di tutte le concessioni demaniali? Con la finanziaria del 2018 l’Italia l’ha momentaneamente accantonata consentendo che – nell’ottica di permettere il riordino della complessa materia – esse vengano prorogate per altri 15 anni. Alcuni però continuano a difendere il principio della libera concorrenza anche sulle spiagge italiane, come il sindaco di Olbia, che tuttora si rifiuta di autorizzare le proroghe invocando appunto la Bolkestein, con il rischio concreto di andare in contrasto con una legge nazionale.
Anche seguendo la normativa del 2018, comunque, nel momento in cui il Comune di Pomezia dovesse negare la proroga a uno o più balneari – rilevando ad esempio abusi edilizi o procedimenti di revoca o decadenza in corso, magari per morosità – la relativa concessione verrebbe messa a bando per la nuova assegnazione. Se così fosse si potrebbe aprire un nuovo scenario: solo chi avrà le disponibilità economiche immediate per rilevarla potrà farlo. E c’è da scommettere che non si lascerà sfuggire l’occasione di fare affari con un pezzo di spiaggia.