“E lo ribadisco. È una battaglia di civiltà. È una battaglia per la difesa di un modello. Per la difesa dell’unico modello possibile. È la difesa del modello faticosamente costruito dai tanti Comuni virtuosi, ad iniziare da Albano Laziale. Un modello che mette al centro l’ambiente e la salute dei cittadini. Ma anche l’economia. Attraverso la differenziazione dei rifiuti ed il loro riciclo, infatti, non solo si tutela l’ambiente ma si rende possibile l’attuazione di un sistema di economia circolare che arricchisce i cittadini, riducendo le tasse. Un modello, per di più, che attua le Direttive Europee, che prevedono che prima si riduca, differenzi, si recuperi e ricicli. Poi, tutto quello che proprio non si riesce a recuperare e riciclare lo si termovalorizzi producendo energia. Ultimissima opzione, direi quella della disperazione, discariche ed inceneritori”.
Quindi non solo un ragionamento di tutela ambientale, ma anche educativo e di rispetto delle norme.
“Esattamente. Ci impegniamo ogni giorno, per professione, impegno civico ma soprattutto convinzione, a spiegare quanto sia fondamentale avere determinati comportamenti nella gestione dei rifiuti. Quanto la riduzione della produzione di rifiuti e la loro differenziazione rappresenti la strada più conveniente. Quanto il raggiungimento del 65% della raccolta differenziata non sia un vezzo, ma un obiettivo previsto dalla legge italiana. E poi arriva qualcuno che per incapacità, irresponsabilità, o quello che volete, crea un problema enorme e, anziché provare a risolverlo a casa propria, come fanno tutte le grandi città europee e come è previsto dal Piano regionale dei Rifiuti, ritiene normale fare irruzione a casa tua, sommergendoti dei suoi rifiuti mal gestiti, senza neanche chiedere permesso”.
Il problema di Roma, però, rimane. Non potrà certamente negare che Roma sia più complessa di Albano Laziale, dove, con lei alla guida della gestione dei rifiuti, ha superato l’82% di raccolta differenziata e vinto premi nazionali, diventando addirittura “città faro” a livello europeo. Esiste una soluzione?
“Basta, me lo consenta, con questo luogo comune che “mica vorrai paragonare con Albano con 42.000 abitanti contro gli oltre 3 milioni della Capitale?” Intanto diciamo che ad Albano Laziale entreranno, euro più euro meno, intorno ai 7 milioni di euro dalla tassa dei rifiuti. A Roma siamo sensibilmente superiori agli 850 milioni. Insomma, diciamo che a Roma si ha un’agibilità un tantino superiore rispetto ai comuni più piccoli. Quindi finiamola pure con questo lamentio della città difficile. L’ho detto cento volte. Il problema complesso va scomposto in sotto problemi. Si prende Roma, si divide in distretti, urbanisticamente e socialmente il più omogenei possibile e, all’interno di ogni distretto si individua la soluzione migliore per differenziare i rifiuti. Dove è possibile si farà il porta a porta, dove non è possibile si utilizzeranno le soluzioni tecnologiche esistenti per il conferimento delle frazioni differenziate. Dove non si può fare proprio niente si conferirà l’indifferenziato a qualche società o ad AMA stessa che provvederà alla separazione ex post. Nel frattempo, ogni distretto si doterà di impianti, non inceneritori, discariche o TMB, ma impianti di recupero di carta, plastica, vetro, organico, di taglia adeguata a servire solo quel distretto. Chiudendo all’interno di quel distretto il ciclo dei rifiuti”.
Che poi, secondo lei, potrebbe essere il modello da applicare ovunque?
“Certo. Faccio un esempio. Hai 10 comuni che sono in grado di chiudere al loro interno la gestione dei rifiuti? Beh, non solo devi consentirglielo ma li devi premiare. È quella cosa che in Regione Lazio stanno chiamando “definizione della governance degli ambiti territoriali ottimali”. Governance che dovrebbe partire esattamente da questo concetto. Ovvero la chiusura del ciclo in sottoambiti che si autoregolano. Perché, altrimenti, si rischia solo di creare strumenti legislativi che consentano ai comuni incapaci, disinteressati e, a volte, disonesti, di risolvere i loro problemi a spese dei comuni virtuosi. Quegli stessi comuni virtuosi anche e soprattutto per l’educazione ed il senso di responsabilità della propria Comunità”.
Infine, che succederà ora ad Albano Laziale?
“Difficile dirlo. Da una parte la Raggi continua a minacciare una ordinanza che, a mio avviso, avrebbe ampi margini di illegittimità. Dall’altro Zingaretti in modalità opossum, simpatico animaletto che ha la caratteristica di fingersi morto, che fa di tutto pur di non assumersi alcuna responsabilità. Insomma, da una parte una che lavora per affossare Roma. Dall’altra uno che fa finta che non sia un problema pure suo. Il tutto senza neanche uno straccio di progetto. Difficile fare previsioni. Perchè, non sembra essere il buonsenso, la tecnologia e le leggi a guidare le scelte”.
Pronto alle barricate?
“Per forza. E’ un dovere”.