Don Antonio Jorge Do Amor Divino, parroco della chiesa Regina Mundi a Torvaianica Alta che i fedeli chiamano più semplicemente don Giorgio, è stato eletto Vicario territoriale per Pomezia e Ardea. Una nomina che gli ha aperto di diritto anche le porte del consiglio presbiteriale della diocesi di Albano. Un incarico importante per il giovane sacerdote che fino al 2020 deve coordinare una decina di parrocchie per le attività pastorali, rimanendo sempre in stretto contatto con il Vescovo di Albano, Marcello Semeraro. Don Giorgio ha anche il compito di essere un vero e proprio animatore delle relazioni pastorali sul territorio, favorendo e sostenendo le iniziative degli uffici diocesani. Una duplice funzione, quindi: la prima più prettamente e strettamente religiosa; la seconda, invece, più tecnica che lo investe di una sorta di “ispettore” delle parrocchie del territorio. Il Vicario deve infatti verificare non solo i registri parrocchiali, ma anche l’amministrazione dei beni ecclesiastici. In parole povere il bilancio di ogni parrocchia. Un incarico non facilissimo che potrebbe anche creare malumori tra alcuni suoi colleghi. Non se ne cura, però, don Giorgio, determinato com’è a portare avanti nel miglior modo possibile il compito appena assegnatogli. «Sono sicuro che lavoreremo tutti insieme sulla base alle direttive del Vescovo – dice il sacerdote – occorre la capacità di collaborazione tra le parrocchie del territorio. Capacità che a volte in passato è mancata. Dobbiamo tornare ad avere gli occhi spalancati sulla realtà della vita per trovare tutti insieme le soluzioni ai problemi quotidiani». Insomma per Don Giorgio è necessario calarsi nella realtà per capire i fedeli, i giovani soprattutto, poterli aiutare e cercare così di riavvicinare e attiare di nuovo le persone verso la Chiesa «e la parola di Dio», aggiunge il parroco. «Dobbiamo tornare a ascoltare, imparando il nuovo linguaggio dei giovani per capire cosa si aspettano da noi – prosegue – negli ultimi anni noi sacerdoti siamo diventati un po’ pigri perché comunque alla fine del mese abbiamo il nostro stipendio. In Brasile, da dove vengo, i sacerdoti non percepiscono i compensi che derivano dall’8 per mille. Lì è la carità cristiana che paga. Qui, invece, per troppo tempo ci siamo limitati a svolgere le funzioni pastorali senza preoccuparci del mondo che c’è fuori dalle parrocchie. È necessario un cambio di rotta, occorre ascoltare, accogliere e stare vicino a chi ha più bisogno, come sostiene Papa Francesco. Usciamo per strada, apriamo gli occhi sul mondo e soprattutto impariamo ad ascoltare». Ha le idee precise Don Giorgio e, c’é da scommeterci, darà del filo da torcere ad alcuni parroci “pigri”.
03/12/2015