Avanti tutta contro i due progetti ‘bio’gas a Padiglione – Lavinio e per evitare il peggio alla tormentata Capo d’Anzio spa. Questioni che stanno facendo tremare l’Amministrazione comunale e molti politici di Anzio.
«La Capo d’Anzio rischia, non tra un anno ma tra pochi giorni, di essere ceduta ai privati insieme all’intero centro cittadino e come la proliferazione di impianti di trattamento dei rifiuti e produzione di biogas che da soli bastano a cambiare i connotati al nostro territorio». Lo ribadisce il Consigliere comunale Pd Ivano Bernardone, promotore della prima mozione contro i ‘bio’gas stessi, con la consigliera Valentina Salsedo. Bernardone non molla e insiste nel chiedere trasparenza e responsabilità sulle vicende del nuovo porto, annunciato da anni e mai fatto, e dei rifiuti. «Ancora nubi sul consiglio comunale che chiediamo da mesi per discutere indifferibili urgenze come la condizione della Capo d’Anzio», afferma in una nota Bernardone, che avverte: «La proliferazione di impianti di trattamento dei rifiuti e produzione di biogas che da soli bastano a cambiare i connotati al nostro territorio. Una politica che si chiude nel palazzo a riquadrare cerchi, sfugge e si sottrae al dibattito su temi di questo tipo dimostra ancora una volta una triste inadeguatezza rispetto ai suoi reali compiti. In questo clima si inseriscono i rumors relativi a diverse mozioni, ulteriori o alternative a quella che ben 17 tra consiglieri ed assessori hanno firmato (su impulso di Bernardone, ndr) per contrastare la realizzazione di impianti di produzione di biogas a ridosso di quartieri abitati e boschi da proteggere. Spero non si tratti dei soliti trucchi per puntellare maggioranze traballanti o rinsaldare legami ed equlibri precari a scapito dei cittadini, spero soprattutto che non venga meno la coerenza di chi ha condiviso una netta presa di posizione della città su questo tema. Io ed i consiglieri del PD voteremo in ogni caso la mozione – ribadisce il Consigliere – , nata peraltro con il coinvolgimento di tanti cittadini, e siamo pronti a votare qualunque ulteriore atto che sia realmente finalizzato a scongiurare danni alla città e non serva solo ai soliti e sterili siparietti della politica locale».
La situazione appare esplosiva, e la burrasca a Villa Sarsina aumenta di giorno in giorno, con la maggioranza del Sindaco Brushcini incagliata sulla telenovela del porto e il ‘giallo’ dei due impianti di trattamento rifiuti ‘bio’gas. Su uno, quello delle Green Future 2015 ora in fase di vaglio presso la Regione, pare che tutti cadano dal pero. L’altro, quello della della Co.Ge.C. – Anziobiowaste autorizzato a novembre 2014 dalla Regione con parere favorevole del Comune di Aznio, sembra essere sfuggito a tutti. Due mega-impianti in un’area già duramente colpita da tonnellate di rifiuti scaricate nel bosco della Spadellata negli anni ’90 dallo stesso Comune e dal rebus dei fusti tossici che alcuni temono possano trovarsi ancora lì. Come se tutto ciò non esistesse, un ‘bio’metano è stato autorizzato e un altro prosegue il suo iter davanti ai burocrati regionali mentre in Comune non si sa cosa facciano. Nella prossima seduta del Consiglio comunale, mercoledì 10 febbraio alle 10, potrebbe succedere di tutto. Di sicuro più di qualcuno nell’Amministrazione al potere in città sarà chiamato a rendere conto di diverse questioni.
«La Capo d’Anzio rischia, non tra un anno ma tra pochi giorni, di essere ceduta ai privati insieme all’intero centro cittadino e come la proliferazione di impianti di trattamento dei rifiuti e produzione di biogas che da soli bastano a cambiare i connotati al nostro territorio». Lo ribadisce il Consigliere comunale Pd Ivano Bernardone, promotore della prima mozione contro i ‘bio’gas stessi, con la consigliera Valentina Salsedo. Bernardone non molla e insiste nel chiedere trasparenza e responsabilità sulle vicende del nuovo porto, annunciato da anni e mai fatto, e dei rifiuti. «Ancora nubi sul consiglio comunale che chiediamo da mesi per discutere indifferibili urgenze come la condizione della Capo d’Anzio», afferma in una nota Bernardone, che avverte: «La proliferazione di impianti di trattamento dei rifiuti e produzione di biogas che da soli bastano a cambiare i connotati al nostro territorio. Una politica che si chiude nel palazzo a riquadrare cerchi, sfugge e si sottrae al dibattito su temi di questo tipo dimostra ancora una volta una triste inadeguatezza rispetto ai suoi reali compiti. In questo clima si inseriscono i rumors relativi a diverse mozioni, ulteriori o alternative a quella che ben 17 tra consiglieri ed assessori hanno firmato (su impulso di Bernardone, ndr) per contrastare la realizzazione di impianti di produzione di biogas a ridosso di quartieri abitati e boschi da proteggere. Spero non si tratti dei soliti trucchi per puntellare maggioranze traballanti o rinsaldare legami ed equlibri precari a scapito dei cittadini, spero soprattutto che non venga meno la coerenza di chi ha condiviso una netta presa di posizione della città su questo tema. Io ed i consiglieri del PD voteremo in ogni caso la mozione – ribadisce il Consigliere – , nata peraltro con il coinvolgimento di tanti cittadini, e siamo pronti a votare qualunque ulteriore atto che sia realmente finalizzato a scongiurare danni alla città e non serva solo ai soliti e sterili siparietti della politica locale».
La situazione appare esplosiva, e la burrasca a Villa Sarsina aumenta di giorno in giorno, con la maggioranza del Sindaco Brushcini incagliata sulla telenovela del porto e il ‘giallo’ dei due impianti di trattamento rifiuti ‘bio’gas. Su uno, quello delle Green Future 2015 ora in fase di vaglio presso la Regione, pare che tutti cadano dal pero. L’altro, quello della della Co.Ge.C. – Anziobiowaste autorizzato a novembre 2014 dalla Regione con parere favorevole del Comune di Aznio, sembra essere sfuggito a tutti. Due mega-impianti in un’area già duramente colpita da tonnellate di rifiuti scaricate nel bosco della Spadellata negli anni ’90 dallo stesso Comune e dal rebus dei fusti tossici che alcuni temono possano trovarsi ancora lì. Come se tutto ciò non esistesse, un ‘bio’metano è stato autorizzato e un altro prosegue il suo iter davanti ai burocrati regionali mentre in Comune non si sa cosa facciano. Nella prossima seduta del Consiglio comunale, mercoledì 10 febbraio alle 10, potrebbe succedere di tutto. Di sicuro più di qualcuno nell’Amministrazione al potere in città sarà chiamato a rendere conto di diverse questioni.
08/02/2016