Al centro della vicenda una società di Genzano, operante nel commercio all’ingrosso di prodotti hi-tech e di elettrodomestici, che acquistava da paesi extra-europei e dell’Unione Europea, per poi rivendere a distributori italiani, che avrebbe omesso di presentare la dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi, dell’Iva e dell’Irap per tre anni, dal 2012 al 2014.
L’organizzazione, secondo i Finanzieri, aveva costituito anche società cosiddette “cartiere”, che “venivano interposte solo formalmente nella compravendita delle partite di merce, con lo scopo di assumersi l’integrale debito Iva, che non veniva mai versata all’Erario – si legge nella nota stampa –; le imprese effettivamente destinatarie della merce, invece, maturavano consistenti crediti di imposta nei riguardi dello Stato e, grazie al risparmio conseguito con il mancato versamento dell’Iva, potevano praticare prezzi estremamente competitivi sbaragliando la concorrenza rispettosa delle regole. Il copione era dunque quello classico delle frodi “carosello” con il reclutamento di giovani nullafacenti disposti ad assumere formalmente la carica di amministratore nelle diverse “cartiere” che, dopo essere servite del sodalizio per il conseguimento delle finalità illecite, venivano abbandonate e avviate al fallimento”.
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri hanno dovuto ricostruire l’intero giro d’affari delle varie società coinvolte ricorrendo a controlli incrociati con i fornitori domiciliati nella Repubblica di San Marino e in altri Paesi comunitari, in assenza di qualsivoglia documentazione amministrativo-contabile, fatta sistematicamente sparire per ostacolare gli accertamenti.
A conclusione delle complesse indagini, sette persone – tra rappresentanti legali e amministratori di fatto – sono stati denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria di Velletri per i reati emissione di fatture per operazioni inesistenti, distruzione ed occultamento di scritture contabili obbligatorie e di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.
Il Giudice delle Indagini Preliminari ha autorizzato il sequestro preventivo, ai fini della confisca “per equivalente”, dei beni mobili ed immobili per circa 2 milioni di euro, pari al credito vantato per le imposte evase, tra cui appartamenti e vari conti correnti bancari e postali.