La condanna è arrivata alla luce dell’esame compiuto dalla Corte dei Conti sul conto giudiziale relativo all’esercizio 2004 di Aser srl, con sede ad Aprilia, all’epoca incaricata della riscossione dei tributi comunali a Pomezia. Per gli inquirenti l’Ici e la Tarsu sono state riscosse dalla società e versate all’ente pubblico senza acquisire le liste di carico dall’ente locale e quindi senza sapere esattamente cosa si dovesse riscuotere. L’Aser, sempre per i magistrati, non avrebbe poi rispettato la convenzione siglata nel 2000 con il Comune, che prevedeva un minimo garantito annuo di entrate di oltre 12 milioni e mezzo di euro per l’Ici e di oltre 4 milioni per la Tarsu, e avrebbe trattenuto una percentuale superiore a quella prevista. Ora, dunque, la conferma della condanna a risarcire l’ente pubblico.
Nel 2011 la Corte dei Conti rilevò che anche i funzionari del Comune di Pomezia avrebbero agito con leggerezza, causando un danno all’ente, e la sentenza è quindi stata trasmessa alla procura contabile per compiere indagini su tale fronte. Ma del procedimento non si è saputo più nulla.