VALANGA FINANZIARIA
Questa valanga finanziaria potrebbe quindi travolgere di conseguenza anche la Volsca Ambiente e Servizi spa, nata a marzo 2010 dalle ceneri di Volsca Ambiente. Sulla ‘nuova’ partecipata grava difatti una “garanzia ipotecaria a favore della massa dei creditori”, ovvero l’onere di pagare i debiti nel caso in cui non provveda ‘mamma’ Volsca Ambiente. In sostanza, il rischio è che presto o tardi i Comuni proprietari delle due società pubbliche debbano mettere mano al portafogli dei cittadini per arginare la pesantissima insolvenza.
I CREDITORI
Un debito enorme contratto nei confronti dei creditori privilegiati, ovvero coloro che hanno garanzie e che perciò hanno richiesto di veder estinto per intero il loro credito. Sono soprattutto avvocati, commercialisti, ingegneri e consulenti. Moltissimi i creditori chirografari, ossia senza alcuna garanzia (tipo pegno, ipoteca o fidejussioni): questi hanno accettato di rinunciare al 35% dell’importo accontentandosi del 65% del credito vantato. Parliamo di un malloppo di 15 milioni e 650mila euro dovuto principalmente ad Enti pubblici, fornitori, Istituti bancari e di vigilanza, grandi e piccole società di comunicazione e telecomunicazioni, aziende petrolifere, ma anche autofficine, autoricambi, gommisti, autolavaggi, ristoranti, imprese di pulizie, ecc. Varie aziende varie del settore rifiuti. Tra queste spiccano alcune collegate al magnate dell’immondizia Manlio Cerroni come la Ecoambiente (oltre un milione e mezzo di euro) che gestisce la discarica di Latina. Ci sono poi i gestori della discarica di Colle Fagiolara (più di 2 milioni e 80mila euro) e la ditta veliterna che puliva i cassonetti (oltre 331mila euro). Una ditta di pulizie che vanta 506mila euro, quelli che lavavano i cassonetti ivence ne attendono ancora 331mila. Ma anche personale dipendente: un milione e 274mila euro tra stipendi, ritenute sindacali, cessioni del quinto e Trattamento di Fine Rapporto. E le banche? BPL avanza un milione e 26mila euro e Unicredit oltre 303mila euro. Con il Fisco, istituti previdenziali come l’Inps, la Gerit e l’Agenzia delle Entrate per contributi e tasse non pagate, i debiti ammontano alla cifra monstre di 11 milioni e 540mila euro e spicci. Sarebbero da pagare persino le bollette telefoniche e il gasolio.
LE DOMANDE PER BAREATO, COSTANTINI E IACOVINI
Per capire meglio come e quando tale voragine economico-finanziaria verrà sanata, nei giorni scorsi abbiamo inviato alcune domande ai commercialisti Massimo Bareato, Marco Costantini e Umile Iacovino, liquidatori della ‘vecchia’ Volsca Ambiente spa. È quanto ci è stato suggerito di fare tra l’altro da Mauro Midei e Valentino Di Prisco, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato della ‘nuova’ Volsca Ambiente e Servizi spa. Domandiamo: perché il piano di rientro dai debiti da voi proposto non è stato ancora onorato? Con quali soldi, in che modo ed entro quando pensate di provvedere? A dicembre la BPL ha chiesto al Tribunale di Velletri il fallimento della ‘vecchia’ Volsca Ambiente spa, visto che non gli sono stati ancora restituiti 1,7 milioni di euro più interessi: cosa avete intenzione di fare? La BPL ha chiesto al Tribunale di Velletri anche di condannare la ‘nuova’ Volsca Ambiente e Servizi spa a pagare al posto vostro: cosa avete da dire in proposito? Ritenete plausibile l’ipotesi che, presto o tardi, i Comuni proprietari delle 2 società debbano mettere mano al portafogli per sanare i debiti?
I compensi economici che il piano di rientro riconosce nei vostri confronti vi sono stati versati nel corso dei 6 anni appena trascorsi? Restiamo in attesa delle risposte. Per portare avanti la procedura di concordato per evitare il fallimento, la spesa indicata nelle carte è di un milione e 288mila euro, di cui 300mila al dottor Iacovino e 180mila al dottor Bareato…
Si chiama “Fondo spese di procedura”: sono i soldi necessari, secondo i manager, a portare a termine il piano di rientro dei debiti contratti dalla Volsca Ambiente spa. Piano in realtà ancora mai onorato. In particolare, il concordato preventivo prevede che “i costi della durata della procedura, stimata in 6 anni, ammontano a 1 milione e 288mila euro: 300mila euro per il compenso al commissario giudiziale Iacovino, 180mila euro per il compenso al liquidatore Bareato, 276mila euro per il mantenimento della società (di cui 10mila per il Collegio sindacale, 24mila per servizi amministrativi e tenuta contabilità, 12mila di costi della sede e spese societarie), 176mila per saldo dei professionisti per l’attività strumentale alla proposta di concordato, 222mila euro per spese legali per il recupero dei crediti e accertamenti giudiziali, 113mila per spese impreviste”.