Gli avvisi di garanzia sono stati spediti ad Alessandro Artusa, di Latina, Emilia Anzovino, di Latina, il marocchino Ramzi Ben Hotman, Luigi Capuano, originario di Napoli, Luciano Caracci, di Lariano, infermiere del carcere di Velletri, Alessio Cesarini, di Roma, Emanuela Ciarlantini, di Pomezia, Gabriele Cipolloni, di Velletri, Tonino Cipolloni, di Velletri, Raffaele Esposito, di Latina, assistente capo della polizia penitenziaria in servizio a Velletri, Bernardo Fanti, di Latina, Andrea Gioacchini, di Roma, Francesco Iannarilli, di Fondi, David Longo, di Roma, Daniele Mari, di Roma, Alessandro Nardone, originario di Tivoli, Carlo Peluso, di Latina, Sacha Predonzani, di Ariccia, Giuseppe Rossi, di Artena, Maurizio Santucci, di Latina, Alessandro Faina, di Albano, e Veronica Di Domenico Scivoli, di Albano. Volti noti e meno noti della criminalità, detenuti e liberi, corrotti e corruttori. Tutti che ora rischiano un processo.
Nel mirino del sostituto procuratore Taglialatela, oltre al mercato delle schede telefoniche per i cellulari clandestini, la cocaina fatta arrivare in carcere a Velletri dall’infermiere Caracci, a cui in cambio sarebbe stato dato sia denaro che droga. E poi l’hashish consegnato a Peluso dall’assistente capo della Penitenziaria Esposito, pagato sempre con droga e soldi. Scoperto infine che Ciarlantini avrebbe utilizzato una carta d’indentità falsa per poter accedere a un colloquio con il detenuto apriliano Salvatore Elettrico, spacciandosi per la sorella di quest’ultimo, e che Di Domenico e Faina avrebbero fatto affari con l’hashish a Pavona.