53 MILIONI PER INADEMPIENZE
Quei quasi 53 milioni sono stati insomma ‘condonati’ dai politici locali in veste di rappresentnati dei cittadini nell’apposita Conferenza dei Sindaci. La somma equivale ad oltre metà delle bollette incassate in un anno (oltre 90 milioni). Sono quelle che in gergo si chiamano “penali”. «Acqualatina avrebbe dovuto pagare per non aver raggiunto i livelli di servizio previsti dal contratto», spiegano ancora dal Comitato. Questa sorta di ‘multe’ vengono determinate in base al MALL, Metodo Adimensionale Livelli. In buona sostanza, ogni anno viene elaborata una specie di pagella sulle prestazioni fornite agli utenti: qualità dell’acqua e della depurazione, numero di reclami, investimenti e giudizio di merito attribuito dal Garante regionale per il servizio idrico.
IL ‘CONDONO’ DEI SINDACI
Le penali abbuonate dai Sindaci riguardano il periodo dal primo anno di gestione Acqualatina fino all’anno scorso. Stando all’analisi del Comitato, sono 30 milioni e 665mila euro e spicci fino al 2011. Questo grazie a due mosse: prima hanno bloccato le penali nella fase di avvio della gestione, dal 2003 al 2005, regalando a tavolino – in anticipo e a prescindere dai risultati – il voto più alto alla nuova Spa. Tecnicamente, hanno tenuto il parametro MALL fisso su 1, che è il valore massimo della ‘pagella’. Voto massimo che toccherebbe solo in caso di gestione eccellente. Dopodiché la Conferenza dei Sindaci, il 14 luglio 2006, ha prorogato questo trattamento di favore fino al 2011 con la revisione del contratto. L’organismo dei rappresentanti dei Comuni soci di maggioranza in quella occasione – spiega ancora il Comitato – ha in sostanza neutralizzato ulteriormente la possibilità di applicare le sanzioni al gestore.
E IL CONDONO DELLA PRESIDENTE DELLA PENNA
L’ultimo regalo al gestore, infine, riguarda il periodo dal 2012 al 2015, per il quale Acqualatina avrebbe dovuto sborsare penali per 22 milioni e 83mila euro. «Ma non sono mai state applicate – lamenta il Comitato Acqua Pubblica – da parte di chi ha il dovere di far rispettare il contratto per conto dei Comuni». Si tratta dell’avvocato Eleonora Della Penna, Presidente della Provincia di Latina nonché Presidente dell’ATO4 (ambito idrico servito da Acqualatina, ndr), e dell’ingegnera Angelica Vagnozzi, dirigente della Segretetia tecnico operativa dell’ATO4, organo di verifica e controllo in seno alla Provincia.
273 MILIONI TRA TARIFFE GONFIATE E ‘MULTE’ NON PAGATE
Senza dimenticare che diversi giudici, con tanto di perizie tecniche super partes, hanno riconosciuto che le tariffe di Acqualatina Spa sono gonfiate e hanno perciò condannato il gestore a rimborsare il surplus illegittimamente incassato dando ragione agli utenti. Secondo il Comitato Acqua Pubblica, dati alla mano, in media le bollette sono state gonfiate di oltre il 40%, con punte che superano il 50%. Il bottino ingiustamente fatturato ammonta a 220 milioni di euro dal 2003 al 2014, secondo il Comitato Acqua Bugia. Se aggiungiamo tutto ciò ai 52 milioni e 748mila euro dei penali abbuonate dai Sindaci e dalla Presidente della Provincia di Latina ad Acqualatina, i soldi che questa società dovrebbe scalare dalle bollette sfiorano complessivamente i 273 milioni di euro. Vale a dire circa tre anni di incassi per la Spa.