Una 26enne aveva deciso di trascorrere col proprio fidanzato la notte tra il 16 e il 17 agosto in un agriturismo nella periferia apriliana. Ad accoglierli, all’arrivo nella struttura, l’allora 32enne tunisino nipote della titolare dell’agriturismo. Il fidanzato della 26enne pare conoscesse bene il tunisino, a cui si era rivolto proprio per avere una stanza.
Non appena il 32enne ha mostrato la camera alla coppia, sarebbe iniziato l’inferno. Il tunisino avrebbe estratto un coltello e costretto, sotto la minaccia di morte, la 26enne ad un rapporto sessuale consumato con violenza davanti agli occhi del fidanzato di lei. Terminato lo stupro, il tunisino si sarebbe allontanato dalla stanza come se nulla fosse. A quel punto i due avrebbero chiamato ai carabinieri. La 26enne è stata visitata al pronto soccorso, mentre il 32enne è stato tratto in arresto. Nell’interrogatorio di garanzia, S.B ha respinto ogni addebito dicendo di non conoscere la ragazza. Il Gip Giuseppe Cario ha convalidato gli arresti e disposto la custodia cautelare in carcere, oltre al test del Dna sui campioni prelevati durante la visita alla 26enne. Il tunisino ora rischia di attendere il processo in carcere, non avendo un posto dove scontare i domiciliari. La difesa del giovane ha già fatto notare alcune incongruenze nella ricostruzione di quella notte maledetta.