“Ci tengo a sottolineare – spiega il Presidente dimissionario della Capo d’Anzio Spa Luigi D’Arpino, in questi giorni vittima di aggressioni verbali da parte di alcuni ormeggiatori – che abbiamo cercato in ogni modo di coinvolgere le cooperative che ci hanno sempre snobbato. Se queste sono proposte da fame non so davvero che altro dire. In un momento in cui il lavoro è merce rara rifiutare di partecipare a concorsi che si sarebbero sicuramente vinti e rifiutare il Service che avrebbe portato ottime economie nelle casse delle cooperative mi fa pensare che ad aggredirmi avrebbero dovuto essere le persone a cui queste proposte non sono state fatte. Da Presidente sono stato sempre trattato da nemico ma assicuro che ero il principale sostenitore di tutti gli operatori portuali di Anzio. Chiunque invece ha fatto finta di essere amico degli ormeggiatori, mal consigliandoli, si è dimostrato infine loro nemico. Non sono io da minacciare, cercassero altrove le responsabilità di questa situazione”.
Ecco le proposte agli ormeggiatori
Minacce e dimissioni dalla Capo d’Anzio, D’Arpino: “Non sono io il nemico”
In un verbale della Capo d’Anzio che risale al 2 dicembre del 2014, spunta la proposta che era stata presentata alle cooperative degli ormeggiatori di Anzio per liberare le aree e continuare a lavorare. Ripercorrendo la vicenda la Capo d’Anzio, al momento del bando per le assunzioni non ha potuto non notare che gli ormeggiatori non vi avevano preso parte. Anche per questo motivo l’Avviso è stato prorogato per 45 giorni e poi ripresentato. Gli ormeggiatori non hanno risposto neanche al secondo appello (come ricorda anche il dispositivo di sentenza del Tar che infine riconosce la Capo d’Anzio come unico titolare delle aree demaniali). A dicembre del 2014, quindi, è stato proposto alle Cooperative di gestire parte delle banchine, con il trasferimento dei contratti di ormeggio alla Capo d’Anzio. Si trattava di un contratto di Service annuale per la gestione dell’ormeggio e disormeggio delle imbarcazioni che prevedeva che le cooperative incassassero il 30% dei ricavi. Una proposta a cui le cooperative dovevano rispondere entro 15 giorni altrimenti, come poi è stato, la Capo d’Anzio avrebbe dovuto procedere con le iniziative per arrivare allo sgombero forzato delle aree demaniali in concessione. Una proposta a cui le cooperative non hanno mai risposto. Il resto è storia.
16/01/2016
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