Sindaco, quanto è difficile “gioire” perché la città è vuota?
«In una situazione di normalità, una città deserta è la peggiore immagine che possa presentarsi davanti agli occhi di un Sindaco. Ma oggi stiamo vivendo un’emergenza senza precedenti e c’è la consapevolezza che in strada non ci debba essere nessuno o quasi. Quando la sera lascio il Comune e vedo che Latina è deserta mi sento orgoglioso, perché significa che i miei concittadini hanno capito cosa sta succedendo e cosa devono fare affinché tutto finisca il prima possibile. Ma la strada è ancora lunga e ci aspettiamo una crescita del numero dei contagiati».
Ha un compito complesso in qualità di Sindaco della città del Capoluogo: i cittadini si affidano a lei per risolvere ogni parte interpretabile dei decreti governativi e per scoprire le novità a Latina. Com’è la comunicazione con loro?
«Aver lavorato per tanti anni come cardiologo in un reparto di emergenza senza dubbio mi aiuta ad affrontare ogni situazione con la giusta lucidità e, in questa vicenda, anche con un po’ di competenza specifica. Ho sulle spalle il peso di una città con una consapevolezza maggiore nella doppia veste di Sindaco e medico. Peso che condivido con tutti i miei collaboratori e con le altre istituzioni. In questo momento è come se fossi tornato a fare il cardiologo in unità coronarica e l’unità coronarica è la mia città. Sto cercando di mantenere un filo diretto con i cittadini fornendo loro le informazioni essenziali per avere la giusta consapevolezza di quanto sta accadendo. Per questo vado in diretta ogni sera, per trasmettere loro sicurezza e fiducia. È un modo per mettersi a disposizione della comunità, da qualche sera abbiamo iniziato anche a rispondere in tempo reale alle domande. Lo facciamo senza lasciare indietro nessuno e infatti, affianco a me nelle dirette, c’è sempre una interprete LIS per i non udenti. Bisogna essere sempre lucidi per dare risposte alle emergenze e nello stesso tempo darsi un’organizzazione strutturata. In queste circostanze credo si noti quale sia il ruolo del Sindaco. Una cinghia di trasmissione tra Governo, Regione, Prefettura, Asl e cittadinanza. Personalmente sono in una chat con gran parte dei sindaci dei Comuni medio-grandi d’Italia e attraverso De Caro siamo comunque ai tavoli del Governo centrale, poi sono nella chat dei sindaci della provincia in cui c’è un altro momento di confronto e condivisione. E Latina in quanto capoluogo, insieme al presidente della Provincia Medici, fa un po’ da capofila».
La sua foto in cui fa attività sportiva ha suscitato molte polemiche, sebbene nel decreto non sia vietato. Vuole chiarire, una volta per tutte, a coloro che vogliono continuare a praticare attività sportiva come e dove è consentito farlo?
«Era uno scatto dell’11 marzo, prima dell’ultimo decreto. Era frutto di una concertazione fatta con i vari esperti della Asl e con gli altri sindaci delle città medio grandi. Come sottolineato dal Comitato Scientifico, infatti, per chi è abituato a farla, l’attività motoria garantisce il mantenimento di un equilibrio psicofisico e addirittura può aumentare le difese immunitarie. Il mio ovviamente non era un invito ad andare tutti a correre ma semplicemente da medico e da Sindaco volevo comunicare che si poteva fare, per chi era abituato a farlo, ma con giudizio, mantenendo le distanze di sicurezza. Ora l’ultimo decreto precisa che lo si può fare rimanendo nei pressi di casa e per un tempo limitato. Ogni cosa che faccio e che dico, proprio perché Sindaco e medico, per il peso che ha, è attentamente valutata e meditata. È chiaro che se il rischio supera il beneficio perché questo porta gente in strada, sono io il primo a dire no, stiamo a casa, punto. Dobbiamo pensare anche a chi ha altre patologie per le quali un minimo di attività motoria all’aperto previene situazioni di scompenso. Ecco, bisogna mantenere freddezza e lucidità nel valutare le cose. Nel rispetto ovviamente della critica».
Le misure prese in qualità di Sindaco come la chiusura di parchi, cimitero, pista ciclabile ritiene che siano sufficienti? O dobbiamo aspettarci che ce ne siamo altre?
«Premesso che è il Governo a scrivere le regole in questa delicatissima emergenza, noi sindaci possiamo emettere dei provvedimenti contingibili e urgenti allo scopo di contrastare la diffusione dell’emergenza epidemiologica e a tutela della salute dei cittadini che non devono essere in contrasto con i decreti. Se necessario, lo farò anche per altre situazioni. Ad oggi non ce ne sono di nuove all’orizzonte ma questa emergenza va gestita a step, quindi nulla si può escludere. Laddove ho ritenuto necessario prendere un provvedimento l’ho fatto, se è a tutela della comunità. Ci aspettiamo una crescita del numero dei contagi. Le misure restrittive sono proprio per questa eventualità».
Recentemente ha dichiarato che in una videoconferenza con la Regione si è parlato di ricorrere all’esercito. In quali casi potreste decidere di arrivare a queste misure a Latina?
«Parliamo di una competenza che non è del Sindaco ma del Prefetto con il quale mi sento tutti i giorni così come con il DG della Asl, Casati. Io penso che l’esercito rappresenti un livello successivo e allo stesso tempo una extrema ratio. Finora, come ho già detto, si è proceduto a step, le misure imposte dal Governo sono state sempre più stringenti e graduali. Spero che non sia necessario arrivare all’impiego dell’esercito perché questo significherebbe che tutti noi italiani, non solo noi latinensi, abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità nel rispettare le regole».
Un aspetto da sottolineare a Latina è la solidarietà, cresciuta in maniera particolare. Se lo aspettava?
«Si “sente” in maniera netta l’aiuto della comunità, ma sul fatto che i latinensi fossero persone dal cuore d’oro io non ho mai avuto alcun dubbio. Questo è l’aspetto che più mi rende felice oggi. Il Comune sta facendo da collettore delle tante iniziative di solidarietà che stanno emergendo, il nostro compito è indirizzare nella maniera giusta e con informazioni attendibili tutti coloro che ci contattano chiedendo informazioni. E vi posso assicurare che ci sono tante persone generose che stanno facendo rete. Il Comune sta facendo da facilitatore. E in questo momento esce fuori il lato bello delle persone. Bisogna metterci cuore e testa, alla fine sono sicuro che questa comunità uscirà più coesa e più forte. Perché le cose avranno un valore diverso».
Perché approvare il bilancio ora
«Approvare il bilancio oggi non è una scelta, ma una necessità – spiega Coletta -. Come ho anticipato nei giorni scorsi, la politica, tutta, deve fare la propria parte, mettendo in secondo piano le differenze di opinione, di orientamento o di parte. Serve un Patto per la Città, per dare insieme risposte chiare in questo tempo di crisi. Il bilancio è uno strumento essenziale per mettere in sicurezza e rendere operativi alcuni servizi essenziali che appartengono proprio alla fase che stiamo affrontando. Per le misure che seguiranno, soprattutto dopo eventuali e ulteriori provvedimenti del Governo, opereremo variazioni di bilancio. Lo faremo insieme, voce per voce, nei vari strumenti che abbiamo a disposizione tra cui anche il piano strategico. E io, in veste di Sindaco, mi faccio garante di questo processo».