Il futuro dell’autostrada Roma-Latina non deve essere deciso nelle stanze del potere, ma in mezzo alla gente, nel corso di decine di apposite assemblee pubbliche consultive. Gli storici comitati che da anni si oppongono alla grande opera destinata a collegare la Capitale all’area Pontina hanno inviato una missiva pacata, ma molto decisa e piccata al Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Una missiva firmata dal portavoce dei Nodi Territoriali del Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera, Gualtiero Alunni. Di recente, il Ministro Toninelli ed il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, hanno annunciato l’avvio di un tavolo tecnico congiunto che in soli 30 giorni deciderà il destino dell’opera. Tavolo tecnuico-istituzionale che non piace per niente ai comitati. “Caro Ministro Toninelli – si legge nella lunga missiva – per un nuovo inizio partecipato, democratico e condiviso dalle nostre comunità, proponiamo decine di assemblee consultive che in quattro mesi decidano sul che fare. Sulla ventennale nostra azione di contrasto contro la devastante grande opera inutile dell’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e alla Bretella Cisterna-Valmontone, oggi, dopo la chiusura dei contenzioni giudiziari, si può aprire la possibilità di una inversione di rotta, solo se ci sarà la volontà politica del Ministero delle Infrastrutture di applicare lo strumento previsto dal nuovo Codice degli Appalti e in particolare sulle “modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico”. Con l’introduzione del dibattito pubblico – specificano i comitati -ci si pone non solo in un’ottica di trasparenza, informazione e partecipazione democratica ai processi decisionali, ma si consente un confronto “a monte” in vista dell’inizio dei lavori. La consultazione pubblica delle istanze e osservazioni delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di opere infrastrutturali strategiche si pone come strumento di prevenzione di forme di contrasto alla realizzazione di opere pubbliche e di deflazione degli eventuali successivi contenziosi in ambito giuridico. Chiediamo che la discussione sia ampia ed efficace, chiediamo di affrontare il problema di come si risolve la sicurezza su tutta la Via Pontina, da Roma a Terracina e non solo parzialmente da Borgo Piave di Latina a Tor di Cenci. Su come si devono tutelare le Riserve Naturali dal forte impatto del mostro di cemento e asfalto dell’autostrada. Su come si devono salvaguardare le tante aziende agricole di eccellenza coinvolte dagli espropri. Su come far fluidificare e ridurre il copioso traffico privato su gomma, prevedendo l’intermodalità con il ferro. Su come evitare di pesare sulle tasche dei pendolari con un pedaggio salato e beffa. Quindi, il cosiddetto “tavolo tecnico istituzionale” dei trenta giorni, che dovrebbe partire a breve, non deve decidere nulla – concludono i comitati – sulla testa dei cittadini”.
18/05/2019