Mentre da una parte i dirigenti scolastici ed i docenti sono impegnati nel realizzare una scuola inclusiva che integri alunni con difficoltà culturali e sociali, dall’altra c’è una società di mamme che ha fatto del consumismo uno strumento per selezionare il proprio gruppo.
In alcune classi, vista la consuetudine radicalizzata di festeggiare i compleanni dei bambini, dalla scuola materna alla scuola elementare vige l’obbligo di partecipare ai compleanni degli alunni imponendo una quota partecipativa che più che un regalo spontaneo sembrerebbe una “tassa scolastica” che sancisce l’appartenenza al gruppo.
Chi non partecipa viene facilmente e automaticamente escluso, etichettato, guardato male. In qualità di professionista, di mamma di tre bambini e autrice del libro “Conformismo e bullismo a scuola”: studio da tempo il consumismo, il conformismo e le convenzioni e denuncio non i dirigenti scolastici né i docenti ma l’atteggiamento “esclusivo” ed ai margini del bullismo verso famiglie, genitori di bambini con Bes che provengono da altre abitudini, culture e tradizioni o situazioni sociali disagiate in una società sempre più multiculturale
Trasformare il regalo per le maestre e per i bambini stessi in un obbligo toglie bellezza e spontaneità al gesto nobile della generosità, è inoltre diseducativo.
Etichettare chi non partecipa all’obbligo dei regali d’istituto nel tentativo di raccogliere denaro per fare bello il Natale diventa una vera contraddizione e deforma il vero significato del Natale.
Veronica Basile