«Questa mostra è la prima di altri prossimi eventi, motivati dal desiderio di un confronto tra il patrimonio artistico antico della collezione permanente del polo espositivo sermonetano e la produzione contemporanea», ha spiegato Ferruccio Pantalfini, tra l’altro consulente dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici della diocesi di Latina, «Il museo diocesano di Sermoneta rappresenta una finestra sul passato di una comunità cristiana, mostrandone la fede, la devozione, la carità dei committenti e la creatività degli artisti che nei secoli, con le loro opere hanno “materializzato” il sacro e la dimensione spirituale della fede».
Tra le opere che si potranno ammirare spicca la Sfinge (marmo, 1997), «un’opera in cui l’artista ha saputo sfruttare i caratteri morfologici del marmo, il colore, la struttura, la porosità, la durezza», ha spiegato lo storico dell’arte Vincenzo Scozzarella, che ricorda anche come «uno dei motivi ricorrenti di Tony Di Nicola è la figura femminile librata in aria, sviluppato nel tempo attraverso una lunga serie di soluzioni (Omaggio alla vita, bronzo, 1990; Sensualità, bronzo, 1990; La Vittoria, marmo, 1997; Ballerina, bronzo, 1998)». Più in generale, ha aggiunto Vincenzo Scozzarella, «la scultura per Tony Di Nicola è stata non solo studio di nuove forme e nuovi modelli. Attraverso l’intervento sulla materia l’artista ha operato un profondo percorso interiore, un lento cammino all’interno di sé, alla ricerca di un intenso anelito di elevato distacco spirituale».