La questione è tecnica e a spiegare al Caffè quella che per i dottori in Medicina e Chirurgia è un’ingiustizia ci ha pensato Manuel Santu. «Partiamo dall’inizio – ha dichiarato -. Io e gli altri miei colleghi abbiamo deciso dopo la laurea di proseguire con il corso della Regione al posto di proseguire con la specializzazione. Non si tratta di una formazione universitaria, ma organizzata da Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) che rilascia un diploma riconosciuto in tutta Europa. C’è un concorso, poi uno stage di tre anni retribuito 800 euro al mese (a differenza degli specializzandi che ne prendono 1600) e poi possiamo lavorare come medici di famiglia, guardie mediche o medici di emergenza sulle ambulanze. In questo contesto si collocano anche i medici che non hanno il diploma che stiamo conseguendo noi e che coprono i ruoli vacanti come sostituti a causa della carenza dei posti. Possono avere solamente un contratto a tempo determinato con rinnovo di anno in anno. La notizia secondo la quale ci potrebbe essere una sanatoria per i medici precari che avrebbero la possibilità di frequentare il corso senza borsa tramite concorsi ad hoc, venendo facilitati nel corso di formazione specifica di medicina generale passando per inusuali pratiche concorsuali. Per noi è ingiusto dal momento che abbiamo tutti svolto il normale concorso e non abbiamo avuto la possibilità, a differenza loro, di svolgere altri lavori durante lo stage a causa dell’incompatibilità del tirocinio con gli incarichi da liberi professionisti».
Dunque, i corsisti di Latina protestano contro la notizia proveniente dal Ministero della Salute che andrebbe a mettere tutti sulla stessa barca. «Chiediamo di tutelare i medici ed i percorsi scelti – conclude Santu -, la possibilità di mettere tutti nelle stesse condizioni senza mettere in posizioni di svantaggio i più giovani e implementare le borse di studio, come già fatto in altre regioni d’Italia tutelando il merito senza realizzare concorsi ad personam».