Anzi, secondo molti cittadini sono soldi buttati, che potevano essere utilizzati a suo tempo per tutelare davvero quello che senza dubbio è il più importante monumento della città. È utile questo “belletto” superficiale, ci si chiede da più parti, visto che la villa cade a pezzi, giorno dopo giorno? La domanda è, a tutti gli effetti, retorica. Questo nuovo crollo, che ha interessato delle preziose pavimentazioni a mosaico di uno dei terrazzamenti a strapiombo sul mare della villa imperiale, ha scosso stavolta più in profondità e in maniera più diffusa la cittadinanza di Anzio, l’associazionismo e le forze politiche locali. Molte di queste realtà, più o meno organizzate, sono peraltro già impegnate da mesi a contestare la paventata chiusura della spiaggia libera delle Grotte di Nerone, ora scongiurata, e la realizzazione di un moletto, decisa dall’Ardis (Agenzia Regionale per la difesa del suolo) della Regione Lazio, che dovrebbe difendere dall’erosione l’antico Porto neroniano. Ai cittadini questo moletto proprio non piace, mentre per alcuni esperti è una vera e propria follia. Sono state raccolte centinaia di firme per bloccarne temporaneamente la realizzazione, ora ferma pare per mancanza di fondi, e per capire come possa essere stato autorizzato, in spregio alle normative vigenti in materia di tutela di beni archeologici, che prevedono protocolli rigidissimi per la realizzazione di manufatti nelle immediate vicinanze di siti archeologici.
E per sapere, inoltre, da chi è partita l’idea e il nulla osta alla realizzazione del moletto stesso, visto che il sindaco Luciano Bruschini ha dichiarato che nella vicenda il comune ha fatto solo da “passacarte”. La villa imperiale nel suo complesso ha bisogno di urgentissimi interventi che evitino nuovi cedimenti e di essere curata come merita, mentre oggi, ad esempio dal lato contiguo allo stabilimento Rivazzurra, è in stato di totale abbandono: archi, ambienti e cunicoli ridotti ad un immondezzaio e l’arenile circostante in condizioni igienico-sanitarie pietose. Negli anni si sono realizzati, nella parte della villa che costeggia via Fanciulla d’Anzio, un modesto ambiente che è piuttosto audace chiamare “museo” e una struttura di accoglienza, difficilmente apprezzabili dal punto di vista estetico per dove sono collocati, mentre la Villa di Nerone muore lentamente.
DOPO IL CROLLO, FINALMENTE I LAVORI
«è oltre un anno che sollecito il commissario straordinario per il rischio idrogeologico sulla necessità di effettuare interventi per mettere in sicurezza l’area – dichiara il sindaco di Anzio Luciano Bruschini –: ora, dalle notizie che giungono all’amministrazione, forse anche a causa di questo ulteriore cedimento della falesia, sembra che le nostre richieste finalmente verranno ascoltate. A breve, infatti, dovrebbero iniziare i lavori di consolidamento, che non possono essere differiti ancora. Esiste inoltre un problema di sicurezza, come la Regione Lazio non ha potuto non ammettere, dopo la tragedia a Ventotene delle due studentesse travolte da una frana sulla spiaggia. Per questa ragione la Regione ha nominato un commissario ad acta per mettere in sicurezza le coste con caratteristiche franose. A tutt’oggi siamo ancora in attesa dell’intervento – conclude Bruschini – la lentezza della burocrazia è una vergogna».